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Intervista alla dott.ssa Cristiana Busso, Psicologa e Coordinatore Gruppo Dipendenze Tecnologiche S.C. Ser.T. Dottoressa Busso, quali sono i segnali ai quali i genitori devono prestare attenzione nell’uso della tecnologia da parte dei propri figli? Quando si può parlare effettivamente di dipendenza? Quando si affronta la tematica del rapporto con la tecnologia dobbiamo tenere presente che, nella società odierna, non è semplice distinguere ciò che è “normale” da ciò che è “patologico” a causa della costante iperconnessione che caratterizza la vita sia degli adulti che dei ragazzi. Rispetto all’adolescenza bisogna saper riconoscere la differenza tra un uso sano e integrato, a sostegno dei bisogni evolutivi di crescita – come socializzazione, sperimentazione ed immagine di sé - da un uso problematico e disfunzionale. In questo senso va tenuto presente che i parametri più importanti sono, non soltanto il tempo trascorso, ma piuttosto la modalità di utilizzo della rete: che cosa il ragazzo fa on line e come lo fa e i significati di tali comportamenti. I rischi vanno valutati in funzione di ogni persona, del suo contesto relazionale e familiare. Non è efficace da parte dei genitori mettere in atto in modo impulsivo una drastica interruzione dell’utilizzo della rete e della tecnologia - come per fare qualche esempio: staccare la spina, interrompere la connessione, sottrarre i dispositivi… - in quanto ciò può anche determinare un peggioramento dello stato emotivo del figlio con esplosioni di aggressività. È necessario chiedere aiuto agli esperti per evitare di adottare modalità controproducenti e rischiose. Qualora i genitori avessero preoccupazioni o dubbi su come comportarsi possono rivolgersi ad un professionista per essere aiutati a comprendere meglio il tipo di uso che viene fatto dai loro figli dei dispositivi e della rete. Alcuni sintomi delle dipendenze tecnologiche: Aumento progressivo del tempo dedicato ai videoschermi (videogiochi, social, serie tv, rete, messaggistica…) e diminuzione di quello utilizzato per gli impegni scolastici, lavorativi, sportivi. Aumento delle assenze scolastiche con, talvolta, una diminuzione del profitto. Immersione nel mondo della rete e crescente difficoltà a staccarsi dai dispositivi e ad autoregolarne l’uso. Alterazioni nel ritmo sonno/veglia, disordini nell’alimentazione, progressivo disinteresse verso la cura personale Comparsa di alcune problematiche fisiche (bruciore agli occhi, mal di testa, dolori muscolari), cambiamenti umorali (irritabilità, ansia, aggressività)Aumento dell’impiego di denaro utilizzato per videogiocare (acquisto di migliorie e potenziamenti proposti dai videogiochi). La prevenzione inizia nell’infanzia, soprattutto in merito all’uso della tecnologia. Le linee di indirizzo per le attività di prevenzione primaria sottolineano come il supporto alla famiglia rispetto al suo ruolo educativo costituisca la principale strategia verso il rischio di comportamenti di dipendenza. Quali sono le mosse a disposizione in via preventiva per combattere il fenomeno? È importante che la coppia genitoriale abbia un confronto e un accordo rispetto allo stile educativo e alle regole da porre in riferimento all’uso dei dispositivi. La tecnologia va introdotta con gradualità. L’affiancamento dei figli all’uso della tecnologia parte dall’infanzia e prosegue negli anni per trasformarsi da “spazio di vigilanza” a “spazio di relazione”. Non bisogna confondere una “confidenza” con i dispositivi con una “competenza digitale”. I bambini imitano quello che vedono e pertanto i genitori devono essere consapevoli delle proprie modalità di utilizzo dei dispositivi. Non è opportuno mettere i bambini in contatto con i dispositivi troppo precocemente, (mai prima dei tre anni) ed è necessario seguire le indicazioni fornite che suggeriscono le età consigliate (PEGI sui videogiochi). I genitori non dovrebbero utilizzare i dispositivi per “intrattenere” i figli o come premi per un comportamento richiesto.Per meglio regolare l’uso della tecnologia e della rete, i genitori dovrebbero conoscere e fare esperienza diretta degli oggetti di consumo che i figli vorrebbero scaricare (videogiochi, applicazioni, social, chat…). All’interno del Sert Distretto 13 esiste da oltre 10 anni un’attività consolidata di prevenzione primaria alle dipendenze, rivolta ai genitori dei bambini dai 3 ai 10 anni, che coinvolge anche i docenti e che pone uno sguardo, sempre aggiornato, sulle modalità di utilizzo da parte dei bambini della tecnologia e dei prodotti mediali. Sono realizzati dagli operatori Sert incontri di sensibilizzazione e formazione rivolti agli insegnanti delle scuole secondarie di primo grado e degli Istituti Superiori sui temi delle dipendenze tecnologiche all’interno di progetti di prevenzione che privilegiano come target gli adulti di riferimento. Quali strumenti Asl3 mette a disposizione delle famiglie per la cura delle dipendenze tecnologiche? Esiste all’interno dell Sert il Gruppo Interdistrettuale Dipendenze Tecnologiche i cui settori di interesse sono: ricerca, formazione, prevenzione, trattamento, centrati soprattutto sul target adolescenti, giovani adulti e loro familiari in risposta alle richieste di aiuto più frequenti, ma sono ricomprese anche tutte le forme dipendenza tecnologica che possono riguardare anche la popolazione adulta: trading compulsivo online, shopping compulsivo online, dipendenza da relazioni e sesso virtuale, ricerca eccessiva di informazioni in rete e altro. Il gruppo Dipendenze Tecnologiche è composto da più di venti operatori, di diverse professionalità quali psicologi, medici, assistenti sociali, educatori, infermieri che svolgono la funzione di referenti all’interno dei loro Servizi territoriali di appartenenza, in modo che in ogni parte della città ci siano operatori specializzati e dedicati a tali problematiche. Fa parte del Gruppo Dipendenze Tecnologiche il responsabile di “MySpace”, progetto della S.C. Sert che si sta occupando di adolescenti anche con problematiche legate all’uso intensivo dei videogiochi con laboratori specifici. Obiettivi del Gruppo Dipendenze Tecnologiche Asl3: sviluppare un pensiero critico di fronte all’allarme mediatico e sociale, con un aggiornamento continuo sul tema delle dipendenze tecnologiche; accogliere e rispondere alle richieste di aiuto dei genitori preoccupati per il rapporto dei figli con la tecnologia e la rete; raccogliere il bisogno di informazione e formazione da parte del mondo della scuola e delle agenzie educative costruire una rete tra operatori di diversi Servizi. Gli strumenti di cura utilizzati all’interno dei Sert per tali problematiche sono: colloqui di accoglienza della domanda di aiuto e valutazione diagnostica del problema, interventi psicologici e psicoeducativi sia per la famiglia che per il ragazzo, interventi psicoterapici individuali e familiari, interventi domiciliari nel caso di adolescenti ritirati socialmente con lo scopo di valutare la situazione e creare un possibile aggancio, anche utilizzando videochiamate. Qualora si ritenga necessario si coinvolgono nella presa in carico del caso anche altri Servizi che possono contribuire per le loro competenze (N.P.I.A., Consultorio, Salute Mentale). Ciascuno di noi può contribuire a migliorare il contesto delle dipendenze? Il rischio di un uso problematico e di dipendenza dalla rete e dai dispositivi vale anche per il mondo adulto. I cambiamenti introdotti dalla tecnologia, la portabilità, l’immediatezza della comunicazione, la mancanza di confini tra l’uso lavorativo e ricreativo possono determinare un utilizzo compulsivo. Ogni individuo ha il compito di auto osservarsi e di migliorarsi rispetto alla propria capacità di regolazione dei tempi e dei modi di utilizzo dei videoschermi. Ogni cittadino è chiamato a sviluppare una riflessione per evitare sia la demonizzazione che la banalizzazione della tecnologia. Non è utile incolpare la rete, ma comprenderne i significati, nonostante i possibili pregiudizi. È importante essere informati su queste problematiche e sulle possibili soluzioni anche per poter orientare coloro che potrebbero aver bisogno di aiuto. Ricerca e collaborazioni sul tema Il gruppo Dipendenze Tecnologiche ha collaborato negli anni 2018 e 2019 alla ricerca predisposta dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova sull’uso della rete da parte dei giovani genovesi. La Ricerca: “Dipendenza da Internet e benessere psicologico in giovani adulti liguri” è stata presentata il 6 febbraio 2019 presso il DISFOR Università di Genova. Qui il link per poter leggere il Report: https://www.asl3.liguria.it/archivio-comunicazioni/item/2216-i-giovani-e-la-rete-focus-sulle-dipendenze-da-internet.html Il referente e coordinatore del Gruppo Dipendenze Tecnologiche collabora al progetto: “Rete Senza Fili. Internet Addiction Disorder (IAD): tante connessioni possibili. Mappatura e Censimento delle risorse territoriali” in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e il Gruppo IR (Interregionale) Dipendenze. A chi rivolgersi Referente e Coordinatore Gruppo Dipendenze Tecnologiche S.C. Sert: Dott.ssa Cristiana Busso tel. 010 849 6241 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Gli operatori dedicati ai temi delle Dipendenze Tecnologiche sono contattabili all’interno dei seguenti Sert Distrettuali: Distretto 8 tel. 010 849 9877 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Distretto 9 tel. 010 849 7447 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Distretto 10 tel. 010 849 4030 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Distretto 11 tel. 010 849 7686 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Distretto 12 tel. 010 849 4827 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Distretto 13 tel. 010 849 6330 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Approfondimento Intervista di Monica Pinna di Euronews https://it.euronews.com/2021/01/29/la-dipendeza-tecnologica-dei-giovani-e-aumentata-con-la-pandemia Archivio articoli "Pillole di prevenzione" Pillole di Prevenzione - i Reni Pillole di prevenzione - Tiroide
Pubblicato: 20 Luglio 2021
Intervista al dott. Paolo Sacco, Direttore della S.C. Nefrologia e Dialisi Asl3 Dott. Sacco, quali sono le principali patologie a carico dei reni? I reni possono essere interessati da diverse patologie. Esistono malattie specificatamente renali, come le glomerulonefriti (dovute ad un processo infiammatorio), le nefriti tubulo-interstiziali (ad esempio da danno farmacologico), le pielonefriti (causate da un’infezione), l’interessamento renale nel corso di malattie sistemiche (mieloma multiplo, LES e altre collagenopatie), le patologie da ostruzione delle vie urinarie (calcolosi, ipertrofia prostatica, neoplasie) o le malattie ereditarie (rene policistico). Inoltre, negli ultimi anni, stiamo assistendo a un incremento di patologie che colpiscono i reni in quanto organi particolarmente vascolarizzati, come l’ipertensione arteriosa, diabete mellito, sindrome metabolica e dislipidemia, che rappresentano le principali cause di “malattia renale cronica (MRC)”, intendendo con questo una “condizione di alterata funzionalità renale che perdura da almeno tre mesi”. Si stima che a livello mondiale il 10% della popolazione sia affetta da MRC. Perché è importante che funzionino bene? Ricordiamo che la principale funzione dei reni è quella di filtrare il sangue in modo che i prodotti di scarto del metabolismo e i liquidi in eccesso possano essere eliminati attraverso l'urina. I reni contribuiscono inoltre al controllo della pressione arteriosa, alla formazione dei globuli rossi e al metabolismo osseo. Quando i reni non funzionano correttamente le sostanze di scarto possono accumularsi nel sangue provocando uno stato di intossicazione: in questo caso si parla di insufficienza renale. L’insufficienza renale può essere acuta o cronica. La prima è caratterizzata da una rapida perdita della funzionalità renale dovuta, spesso, a fattori temporanei: se curata rapidamente, la stessa può regredire e il paziente andare incontro a guarigione. L’insufficienza renale cronica, invece, è sostenuta da un danno non reversibile e tende a progredire più o meno velocemente nel tempo, portando in alcuni casi alla necessità di una terapia sostitutiva come dialisi o trapianto. Quali sono i campanelli di allarme che ci inducono a rivolgerci allo specialista? I sintomi derivanti dalle malattie renali possono essere numerosi e diversi, a seconda della patologia che interessa questi organi; spesso i sintomi sono aspecifici, altre volte addirittura possono essere assenti e manifestarsi soltanto in caso di grave compromissione della funzionalità renale. Possono essere evocativi di una malattia renale la presenza di sangue e/o di proteine nelle urine, il dolore in sede lombare (tipico quello della colica renale), la comparsa di edemi agli arti inferiori, le variazioni del volume urinario, ma anche l’astenia, il pallore, la nausea, la febbre, alcune manifestazioni cutanee e sintomi neurologici. In tutti questi casi ci vengono in aiuto gli esami di laboratorio (le alterazioni degli indici di funzionalità renale come la creatinina e l’urea, le caratteristiche del sedimento urinario, i markers immunologici), gli esami strumentali (come l’ecotomografia, la TC e la RM) o esami specifici come la biopsia renale. La prevenzione può giocare un ruolo importante per la salute dei reni? La prevenzione è fondamentale per la maggior parte delle patologie renali. La prevenzione primaria delle malattie renali specifiche si basa sulla consulenza del genetista per le malattie ereditarie, sull'uso accorto dei farmaci potenzialmente nefrotossici, sull'uso ponderato del mezzo di contrasto iodato necessario per l’esecuzione di alcune indagini strumentali. Per alcune nefropatie a patogenesi immunologica non è possibile attuare una prevenzione primaria. Per quanto riguarda invece la nefropatia secondaria al diabete mellito o all’ipertensione arteriosa, la prevenzione primaria si attua tramite la modifica dei comportamenti non salutari individuali: fumo, abuso di alcol e sostanze illegali, dieta scorretta e inattività fisica rappresentano comportamenti non salutari che si instaurano spesso già durante l’infanzia o l’adolescenza. Un corretto stile di vita permette infatti di prevenire condizioni patologiche come iperglicemia, ipertensione arteriosa, dislipidemia che, anche se diagnosticate e trattate in tempo, potrebbero non essere reversibili. Le terapie a disposizione sono efficaci? La ricerca farmacologica in ambito nefrologico ha da sempre come obiettivo quello di curare la malattia renale in atto e di prevenire o rallentare l’evoluzione dell’insufficienza renale che in alcuni casi ad essa consegue. L’utilizzo sempre più diffuso negli ultimi anni di anticorpi monoclonali ha migliorato in modo netto la qualità delle terapie e conseguentemente la prognosi di molte malattie renali e non solo. Nell’ambito delle patologie ereditarie buoni risultati sono stati ottenuti nel trattamento del rene policistico dell’adulto grazie all’utilizzo di farmaci che rallentano la crescita delle cisti stesse. Per quanto riguarda il trattamento del diabete mellito da alcuni anni vengono utilizzati farmaci che hanno dimostrato un rallentamento e in alcuni casi una regressione della nefropatia diabetica. C'è poi una serie di farmaci utilizzati nel trattamento delle complicanze dell’insufficienza renale cronica che permettono un buon controllo delle stesse. Quali sono le specificità del suo Reparto? La S.C. Nefrologia e Dialisi di ASL3 propone le più moderne terapie farmacologiche per il trattamento delle nefropatie e le tecnologie più avanzate per il trattamento sostitutivo della funzione renale (emodialisi e dialisi peritoneale), così come avviene negli altri centri nefrologici metropolitani e regionali. Particolare attenzione viene rivolta al paziente cronico, grazie anche all’utilizzo di sistemi di telemedicina che permettono di personalizzare la terapia dialitica “da remoto” riducendo così gli accessi agli ambulatori ospedalieri. Il nostro Reparto ha partecipato a diversi studi multicentrici sull’efficacia degli agenti stimolanti l’eritropoiesi nel paziente affetto da anemia renale. Attualmente sta partecipando ad uno studio osservazionale multicentrico sull’efficacia della vaccinazione anti Covid-19 nei pazienti in trattamento dialitico, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Società Italiana di Nefrologia, e ad uno studio sulla malattia policistica dell’adulto. Dott. Sacco, veniamo ai consigli pratici: quali sono le principali attività che possono tutelare la salute dei reni? Esistono poche ma importanti regole per mantenere in buona salute i propri reni. Ve le elenco di seguito: mantenersi attivi e in forma: seguire uno stile di vita attivo e tenersi in buona forma fisica aiuta a ridurre la pressione sanguigna e quindi riduce il rischio di malattia renale cronica mantenere nella norma i livelli di glicemia: poiché quasi la metà delle persone che hanno il diabete sviluppa un danno ai reni, è importante in queste persone verificare regolarmente la loro funzione renale. Il danno renale da diabete può essere ridotto o prevenuto se rilevato precocemente tenere sotto controllo la pressione sanguigna: l'ipertensione arteriosa è definita il “killer silenzioso”, in quanto può causare danni a vari organi, tra cui i reni mangiare sano e controllare il peso: una corretta alimentazione può aiutare a prevenire il diabete, le malattie cardiache e altre condizioni associate alla malattia renale cronica ridurre l'assunzione di sale: l'assunzione di sodio raccomandata è di 3-6 grammi di sale al giorno (circa un cucchiaino). Per far questo occorre limitare l’assunzione della quantità di alimenti trasformati (conservati) e limitare l'aggiunta di sale nei cibi bere una adeguata quantità di liquidi durante la giornata (nel caso patologie cardiologiche chiedere sempre consiglio al Medico curante non fumare: il fumo può compromettere l’integrità dei vasi sanguigni dei reni compromettendone la funzionalità attenzione all’assunzione dei farmaci: un'eccessiva assunzione di alcuni farmaci (ad esempio di FANS) potrebbe causare danni ai reni. Per tale motivo occorre sempre chiedere consiglio al proprio medico Nel caso si sospetti una patologia renale, o in presenza di fattori di rischio (come diabete e ipertensione), eseguire alcuni test semplici e a basso costo come l’esame urine e il dosaggio ematico della creatinina. A chi rivolgersi Sedi e contatti S.C. Nefrologia e Dialisi
Pubblicato: 13 Luglio 2021
Intervista al dott. Enrico Torre, Responsabile S.S.D. Endocrinologia, Diabetologia e Malattie metaboliche Asl3. Dr. Torre, quali sono le principali patologie a carico della tiroide? Le principali patologie tiroidee sono rappresentate da noduli e alterazioni della funzionalità.I noduli tiroidei sono più diffusi nel sesso femminile e si riscontrano di frequente nelle aree a carenza iodica; in generale la loro prevalenza aumenta con l’età. La popolazione ligure, dunque, notoriamente anziana e residente ancora in aree con iodio-carenza lieve/moderata, presenta una elevata prevalenza di patologia nodulare tiroidea. Anche le alterazioni della funzione tiroidea, come l’ipotiroidismo o l’ipertiroidismo per lo più a genesi autoimmune, sono in costante crescita e necessitano di valutazione specialistica, per verificare l’adeguatezza della terapia, prevenire complicanze e garantire un’adeguata qualità di vita. Nello specifico quali sono i sintomi che ci fanno capire che qualcosa non va? Quando la tiroide produce un eccesso di ormoni tiroidei, si manifesta una condizione chiamata ipertiroidismo, che può causare tachicardia, palpitazioni, aumento della frequenza di evacuazione, nervosismo, ansia, iperattività, perdita di peso. Al contrario, l’ipotiroidismo è la ridotta produzione di ormoni tiroidei: nelle fasi iniziali raramente provoca disturbi ma, col passare del tempo, se non curato, può portare all’insorgenza di obesità, dislipidemia, depressione. Possono essere affetti da ipotiroidismo sia soggetti di sesso maschile che femminile, pur essendo più comune tra le donne, soprattutto al di sopra dei 60 anni. I noduli tiroidei sono quasi sempre di riscontro incidentale, poiché nella maggior parte dei casi sono asintomatici; per lo più si tratta di formazioni benigne, solo lo 0,3% ha caratteristiche di malignità e quindi di formazione tumorale. Ci sono delle abitudini che possiamo introdurre nella quotidianità per prevenire queste patologie? Per esempio usare poco sale ma iodato. Lo iodio, infatti, rappresenta la “benzina” della tiroide: permette un adeguato funzionamento della ghiandola e previene la formazione di noduli. In particolare durante la gravidanza e l’allattamento è raccomandata un’integrazione con iodio, al fine di garantire un adeguato apporto al bambino in crescita. Pertanto, in caso di desiderio di gravidanza o di avvio della stessa, è necessario consultare l’endocrinologo in presenza di disfunzioni tiroidee, al fine di valutare una eventuale terapia medica mirata. La palpazione della tiroide può identificare, se effettuata in modo corretto, l’eventuale presenza di noduli tiroidei. I test di screening come l’ecografia e gli esami ormonali sono indicati solo in persone ad alto rischio o in coloro che presentano familiarità per malattie della tiroide o malattie autoimmuni. Anche i pazienti che sono stati esposti a irradiazione nella regione del collo necessitano di controlli periodici. Quali sono i farmaci più utilizzati, ovviamente sempre sotto stretto controllo medico? La levotiroxina (L-T4), da assumere in un’unica somministrazione giornaliera, al mattino a digiuno, rappresenta il trattamento di scelta nei pazienti ipotiroidei. La posologia deve però essere calibrata attentamente per ogni singolo paziente. Purtroppo, in alcuni soggetti, anche dopo ripetute modifiche di dosaggio, non si riescono ad ottenere i livelli di TSH desiderati. Possibili cause sono il ridotto o variabile assorbimento della L-T4 causato da farmaci, alimenti o patologie gastroenteriche. Una possibile soluzione a tutti questi problemi è rappresentata dalla formulazione orale, liquida o soft gel, della levotiroxina. Questa formulazione presenta un miglior assorbimento e consente una netta riduzione dei tempi di attesa tra l’assunzione del farmaco e la prima colazione, elemento essenziale per migliorare l’aderenza del paziente alla terapia.Per quanto concerne l'ipertiroidismo il trattamento è attraverso metimazolo. In caso di risposta insufficiente o inadeguata ci si orienta verso una soluzione chirurgica. Qual è il percorso del paziente? Il cittadino può accedere al servizio di Endocrinologia mediante richiesta di prima visita rilasciata dal Medico Curante, da prenotare mediante CUP. I tempi di attesa sono generalmente brevi e vengono rispettate le tempistiche di attesa per le richieste prioritarie. L’ecografia tiroidea viene effettuata, se clinicamente indicato, contestualmente alla visita negli ambulatori di Fiumara, di Quarto e Largo XII Ottobre. La visita successiva ed eventuali ulteriori accertamenti – come ecografia di controllo, agoaspirato tiroideo- vengono direttamente prenotati dall’Endocrinologo al momento della visita. È inoltre possibile effettuare visite di controllo in telemedicina per i pazienti che presentano difficoltà, oggettive o organizzative, a recarsi fisicamente negli ambulatori. Le pazienti gravide, infine, hanno un accesso prioritario mediante appuntamento fissato direttamente dal Medico Curante o dal Ginecologo con la nostra Struttura. Quali sono le peculiarità a livello di servizi Asl3 in ambito metropolitano? L’ambulatorio endocrinologico della S.S.D. Diabetologia, Endocrinologia e malattie metaboliche Asl3 nelle sedi di Fiumara, Quarto, Largo XII ottobre è dotato di un ecografo che permette, quando clinicamente indicata, l’esecuzione dell’ecografia tiroidea contestuale alla visita. L’associazione di visita ed ecografia tiroidea in un unico momento permette di offrire un servizio completo al paziente, ottimizzare l’offerta e mantenere brevi tempi di attesa. L’aumento dello screening ecografico consente, inoltre, di individuare i pazienti con patologia nodulare tiroidea meritevole di accertamento citologico, che può essere prenotato negli spazi dedicati presso il nostro servizio. L’esecuzione degli agoaspirati tiroidei, nell’ambulatorio dedicato di Fiumara, viene effettuato dall’Endocrinologo in sinergia con l’Anatomo Patologo. Tale collaborazione permette di ridurre il numero di campioni non adeguati/insufficienti e, pertanto, la necessità di ripetizione dell’esame stesso, con conseguente risparmio in termini di spesa sanitaria, tempi di attesa e disagio del paziente. A chi rivolgersi Sedi e contatti S.S.D. Endocrinologia, Diabetologia e Malattie metaboliche
Pubblicato: 06 Luglio 2021
In questa sezione, in progressivo aggiornamento, sono disponibili le informazioni dedicate alle ondate di calore: link al bollettino del Ministero della Salute: selezionando la città di Genova è possibile conoscere il livello di rischio relativo al capoluogo ligure nella giornata o nel periodo domande e risposte sulle ondate di calore (pagina a cura del Ministero della Salute) i consigli degli specialisti su: adulti e anziani - risponde il dott. Lorenzo Sampietro, Direttore Sociosanitario Asl3 donne in gravidanza - risponde il dott. Gabriele Vallerino, Direttore del Dipartimento Materno Infantile e Direttore della S.C. Ostetricia e Ginecologia, in collaborazione con il Dott. Maurizio Podestà,Responsabile S.S.D. Ostetricia e Diagnostica Prenatale amici animali - consigli a cura del dott. Roberto Parodi, Direttore della S.C. Sanità Animale Consigli per prevenire gli effetti delle ondate di calore I 15 consigli per combattere il caldo - sito web Agenzia regionale sanitaria Alisa Contatti Numero verde regionale 800 593 235 Valido su tutto il territorio regionale, risponde 7 giorni su 7 dalle 8 alle 20 ed è a disposizione delle persone più fragili o persone over 65 in difficoltà per la consegna dei farmaci o della spesa a domicilio da parte dei custodi sociali oltre che per il monitoraggio telefonico e per un servizio di compagnia telefonica. Per maggiori informazioni: Sito web Alisa
Pubblicato: 18 Giugno 2021
In questa pagina risponde alle più frequenti domande sul caldo il Dott. Lorenzo Sampietro, Direttore Socio Sanitario ASL3. Dott. Sampietro, qual è la dieta consigliata nel periodo estivo? Fare pasti leggeri senza tanti condimenti e grassi, preferendo pasta, carboidrati e pesce a carne e formaggi fermentati. Mangiare molta frutta e verdure preferibilmente crude e lavate con cura anche sotto forma di centrifugati e frullati. Questi cibi contengono una grande percentuale d’acqua e sono una fonte naturale di vitamine e sali minerali. Evitare di consumare cibi troppo caldi meglio tiepidi o freddi. Sono consigliati gelati e sorbetti al gusto di frutta (se non si è diabetici).Bere molta acqua (almeno 2 litri al giorno o 10 bicchieri ,anche di più se sudate molto) a temperatura non eccessivamente bassa. La temperatura ideale di una bibita, quella che permette un veloce assorbimento e un giusto raffreddamento, è intorno ai 10 gradi. In particolare gli anziani devono prestare particolare attenzione in quanto lo stimolo della sete spesso diminuisce con l´età avanzata.Evitare di bere alcolici, caffè, bevande gassate o zuccherate. L´assunzione di bevande alcoliche deprime i centri nervosi e stimola la diuresi, condizioni entrambe sfavorevoli alla dispersione di calore. Alcol e caffè, infatti, hanno effetto diuretico e, quindi, fanno perdere liquidi ancor più necessari quando fa caldo. Evitate anche le bevande troppo calde o troppo fredde. Cosa è necessario fare in caso di colpo di calore? I problemi di salute legati al caldo possono presentarsi con sintomi minori, come crampi, lipotimia ed edemi, o di maggiore gravità, come il colpo di calore, la congestione, la disidratazione.Il Colpo di Calore è la condizione più grave e rappresenta una condizione di emergenza vera e propria. Il ritardato o mancato trattamento può portare anche al decesso. Il colpo di calore avviene quando la fisiologica capacità di termoregolazione è compromessa e la temperatura corporea raggiunge valori intorno ai 40°C. Si può presentare con iperventilazione, anidrosi, insufficienza renale, edema polmonare, aritmie cardiache, sino allo shock accompagnato da delirio che può progredire sino alla perdita di coscienza. Il colpo di calore richiede, specie se colpisce neonati od anziani, l’immediato ricovero in ospedale.In attesa dell’arrivo dell’ambulanza, bisogna spogliare e ventilare il malato, rinfrescarlo bagnandolo con acqua fresca e applicare impacchi di acqua fredda sugli arti. In caso di vomito, controllare che la via respiratoria rimanga aperta magari girando la persona su un fianco. Cosa fare se si assumono regolarmente dei farmaci? Alcuni dei farmaci che si assumono regolarmente possono compromettere la termoregolazione fisiologica o aumentare la produzione di calore esponendo al rischio di un aumento eccessivo della temperatura corporea, mentre altri possono favorire la disidratazione con possibili conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico. La cura tuttavia non va mai né sospesa né modificata di propria iniziativa, perché ciò potrebbe anche aggravare la patologia in corso e l’eventuale riadattamento stagionale va sempre indicato dal medico curante.Ricordarsi inoltre che anche i farmaci soffrono il caldo e devono essere conservati correttamente seguendo le indicazioni contenute nel foglietto illustrativo (in generale tutti i farmaci vanno mantenuti al fresco e a una temperatura inferiore ai 25° e riparati dai raggi solari).Non dimenticare che alcuni farmaci possono provocare in seguito all’esposizione al sole reazioni da fotosensibilizzazione: anche in questo caso leggere attentamente il foglietto illustrativo o nel caso di dubbi rivolgersi al medico curante prima di esporsi al sole. Quali sono le indicazioni per chi lavora in maniera intensiva all’aria aperta? Dovrebbe essere evitata l’attività fisica intensa all’aria aperta durante gli orari più caldi della giornata poiché chi svolge un lavoro intenso all’aria aperta può disidratarsi più facilmente degli altri ed essere esposto a rischi per la salute. Se ciò non è possibile è importante coprire il capo per evitarne l’esposizione diretta ai raggi solari, proteggete gli occhi con occhiali da sole, reintegrare a sufficienza i liquidi persi con la sudorazione ( almeno 2 litri di acqua o più). E’ inoltre importante anche difendere la pelle dalle scottature con opportune creme ad alta protezione, vestirsi con abiti leggeri, di colore chiaro, non aderenti, di cotone, lino o comunque fibre naturali che favoriscono la sudorazione. Se invece siete degli sportivi va benissimo continuare a fare attività fisica all’aperto ma quando il sole non è forte, di mattina presto o in serata. Bene anche l'allenamento in palestra, ma con l’aria climatizzata o condizionata, possibilmente non troppo fredda. Come comportarsi in caso di... DiabeteLa persona diabetica soffre di più il caldo (così come il freddo) perché non suda in maniera così efficace come i non diabetici, correndo un rischio maggiore di problemi in caso di stress da calore. Caldo e variazione dell’alimentazione estiva possono creare spesso un saliscendi dei picchi di glucosio che possono determinare episodi più frequenti di ipoglicemia ed iperglicemia. Il caldo torrido può aumentare il rischio di ipoglicemia nelle persone che assumono ipoglicemizzanti. Non sottovalutate sintomi come forte sudorazione (maggiore rispetto al solito) o stanchezza protratta che possono essere anche un segnale di ipoglicemia e bevete molti liquidi. Le persone con un buon controllo del diabete di tipo 2 in genere tollerano meglio le temperature elevate rispetto alle persone con un diabete scompensato. Quando fa molto caldo è spesso necessario variare la terapia orale e/o la dose di insulina ma prima di fare qualsiasi modificazione è bene chiedere consiglio al proprio MMG/Diabetologo. Bisogna proteggere se stessi, gli strumenti che si utilizzano per la misurazione della glicemia e gli eventuali farmaci che si usano, orali e/o insulina dal sole diretto e dalle alte temperature ed esporsi al sole con molta cautela perché, a causa della possibile minor sensibilità alla dolore, potrebbe ustionarsi anche in maniera seria. Bronchite cronicaCon il caldo viene aumentato il livello di espulsione di vapore con la respirazione, e ciò rende il respiro stesso più gravoso. Ma ci sono altri fattori che aggravano la difficoltà di respiro da afa. Nelle grandi città, in assenza di forte vento, nell’aria si accumulano livelli pericolosi di inquinanti, prodotti dalle combustioni dei motori degli autoveicoli, e di ozono. Questi composti, a causa dell’alta temperatura reagiscono con l’acqua presente nell’aria e producono acidi pericolosi, che entrano poi nelle vie respiratorie. L’inalazione di questi prodotti acidi è dannosa per tutti, ma soprattutto per gli asmatici e le persone affette da patologie respiratorie ostruttive (BPCO) potendo nei casi peggiori scatenare crisi di asma o peggiorare gravemente una crisi respiratoria. Ricordarsi di non mantenere il climatizzatore con il termostato regolato troppo basso (non meno di 25°C. circa), in quanto poi, uscendo o recandosi in altri locali più caldi e più umidi si potrebbe verificare, nei pazienti asmatici, una crisi respiratoria con forte affanno e/o attacco acuto di asma. E’ bene chiedere al MMG se gli effetti dei farmaci che si stanno assumendo possono cambiare quando l’organismo si modifica per aumento della temperatura (soprattutto per disidratazione) e cosa bisogna fare in questo caso. Evitare di uscire e, ancor più, svolgere attività fisica nelle ore più calde della giornata (dalle ore 11.00 alle 18.00). Malattie neurologicheIn caso di Ondate di Calore chi soffre di malattie neurologiche è a maggior rischio in quanto a causa dell’alto livello di dipendenza e spesso del minore grado di consapevolezza può assumere comportamenti inadeguati a fronteggiare le alte temperature e dipende dagli altri per regolare l’ambiente in cui si trova e per l’assunzione di liquidi. Questo gruppo di persone inoltre fa abituale uso di farmaci che possono interagire negativamente con i meccanismi corporei di termoregolazione e ciò può aggravare gli effetti indotti dall’eccesso di calore. E’ dunque importante rivolgersi al proprio medico per capire quali effetti il caldo interagendo con i farmaci può provocare e come eventualmente modificare la terapia. Ipertensione e cardiopatieLe persone ipertese e i cardiopatici assumendo farmaci vasoattivi e/o diuretici di cui il caldo può potenziare gli effetti , soprattutto se anziani, possono manifestare episodi di diminuzione della pressione arteriosa, specialmente nel passare dalla posizione sdraiata alla posizione in piedi (ipotensione ortostatica). E’ consigliabile, pertanto, evitare il brusco passaggio dalla posizione orizzontale a quella verticale, che potrebbe causare anche perdita di coscienza (sincope). Se bisogna alzarsi dal letto, soprattutto nelle ore notturne, è necessario non farlo mai bruscamente, ma fermarsi in posizioni intermedie (esempio: seduti al bordo del letto per alcuni minuti) prima di alzarsi in piedi. Quindi durante la stagione calda è opportuno effettuare un controllo più assiduo della pressione arteriosa e richiedere il parere del medico curante per eventuali aggiustamenti della terapia (per dosaggio e tipologia di farmaci). (ultima revisione: giugno 2023)
Pubblicato: 03 Giugno 2021
Bambini e caldo: alcuni consigli su questo argomento a cura del dott. Stefano Macciò, Direttore della S.C. Neonatologia di ASL3 Genovese. Perché il neonato può essere un soggetto a rischio in caso di ondate di caldo? Il neonato (primi 28 giorni di vita), ma anche il lattante ed il bambino sino a 2 anni (prima infanzia) sono particolarmente a rischio in quanto presentano una insufficiente termoregolazione atta a mantenere una temperatura corporea esterna normale di 36-37°C ; a questo si aggiunge un aumento della superficie corporea in rapporto al peso ed una maggior incidenza stagionale di virosi intestinali causa di disidtratazione. Più piccolo è il bambino maggiore è il rischio. Ipertemie si verificano facilmente in caso di ambiente troppo caldo o se l'introduzione di liquidi è scarsa. Quali sono le indicazioni per proteggerlo? Evitare l'esposizione diretta al sole soprattutto nelle ore più calde e per tempi protratti, preferendo passeggiate con alternanza di sole ed ombra sempre nelle ore meno calde della giornata( fino alle ore 10 e dopo le 18); scegliere un abbigliamento leggero preferibilmente di materiali naturali come cotone chiaro. Proteggere il capo con cappellino con visiera e possibilmente anche gli occhi, soprattutto nel bambino con pelle chiara. Un'azione che si pensa protettiva, ma non lo è affatto, anzi è pericolosa, è coprire il passeggino o la carrozzina con un telo, una copertina o anche un leggerissimo foulard chiaro: l'effetto è sempre lo stesso, si rischia di creare un ambiente caldissimo e soffocante che non consente la circolazione dell'aria e in poco più' di mezz'ora si possono raggiungere temperature elevatissime di 34-37°C quando la temperatura esterna al sole raggiunge 30°C. Il consiglio è di non coprire mai del tutto il passeggino e la carrozzina, anche se si pensa di "fare ombra", ma di utilizzare i parasole integrati dei passeggini o ombrellini. Ci sono specifici consigli per l’alimentazione? Il piccolo allattato al seno deve essere accontentato ogni volta che lo richieda e nel caso diminuisca il numero delle poppate dovrà essere stimolato. Il bambino più grande, che assume anche altri alimenti, deve essere invogliato ad aumentare l'apporto di liquidi (acqua), e la sua dieta dovrà essere costituita da cibi leggeri, privilegiando frutta e verdura.
Pubblicato: 03 Giugno 2021
In occasione della Giornata Mondiale Antitabacco, che si celebra il 31 maggio, la dott.ssa Cristina Barbara, Cardiologa presso la S.S.D. Cardiologia Rabilitativa di Asl3 e Referente dei Centri Antitabacco, risponde alle domande più frequenti sul tema. Perché è nocivo il fumo di sigaretta? Il fumo di sigaretta è nocivo per i numerosi agenti chimici che lo compongono e che svolgono un'azione diretta su tutti gli organi. I costituenti principali del fumo sono la nicotina e una serie di componenti (es. idrocarburi policiclici aromatici, nitrosammine, idrocarburi a basso peso molecolare come il benzene, il butidiene e il toluene, ammoniaca) che si sviluppano con la combustione. Per la loro attività irritante diretta sulle mucose e sugli epiteli sono da considerarsi pericolose per la salute dei fumatori. Perché è importante smettere? Smettere è importante perché già dopo pochi giorni di astinenza si hanno i primi benefici sulla salute. Dopo un anno di astinenza si ha una riduzione di eventi patologici a livello di tutti gli organi del 50%. Se smetto di fumare, quali sono i vantaggi per la mia salute? I vantaggi sono molteplici. Dall'istantaneo miglioramento dell'ossigenazione del sangue alla nuova percezione degli odori e sapori, dal migliore aspetto della pelle al buon funzionamento dell'apparato cardiovascolare e respiratorio, neurologico, renale, di tutti gli organi e apparati. Quali sostanze si inalano con il fumo di sigaretta? Le sostanze inalate con la sigaretta sono circa 4000, di cui la più studiata è la nicotina. Oltre ai 4000 componenti si associano più di 600 additivi che rendono la sigaretta sempre più efficiente nel suo "compito" di generare dipendenza. Quali sono gli effetti a breve e lungo termine del fumo? Gli effetti a breve e lungo termine sono moltissimi, visto l'effetto diretto dei componenti della sigaretta su tutti gli organi. Possono variare dall’alterazione del gusto o dell'olfatto alle patologie più complesse dei vari apparati. Quali sono gli effetti del fumo passivo? Il fumo passivo ha effetto anche sui non fumatori. Da solo aumenta l'incidenza di patologia cardiopolmonare rispetto ai non fumatori che non hanno contatto con chi fuma. Quali sono le conseguenze del fumo in gravidanza? Le donne in gravidanza che fumano possono andare incontro ad una aumentata incidenza di parti prematuri, di aborti spontanei, di morti del feto. Inoltre il feto potrebbe nascere sotto peso per un ritardo della crescita. Perché proprio i cardiologi si occupano di disassuefazione da fumo? La metà dei fumatori che subiscono un infarto ricominciano a fumare entro sei mesi dopo la dimissione dall’ospedale, spesso perché senza aiuto non riescono a superare le difficoltà dell’astinenza da fumo. Inoltre aiutare il cardiopatico a smettere di fumare è importantissimo perché in questo modo si riduce drasticamente, già dopo pochi mesi dall’ultima sigaretta fumata, la probabilità di andare incontro ad un secondo infarto, più di quello che si può ottenere riducendo il colesterolo o curando la pressione arteriosa alta.
Pubblicato: 31 Maggio 2021
Si celebrerà in tutta Italia domenica 30 maggio 2021 la XX Giornata del sollievo, promossa da Conferenza delle Regioni, Ministero della Salute e Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti La Giornata, come richiamato dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 maggio 2001, è finalizzata a promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale. Asl3 in tale occasione ricorda con una video intervista allo specialista il ruolo delle cure palliative e della terapia del dolore. Il Dott. Flavio Fusco, Direttore della S.C. Cure Palliative Area Metropolitana Asl3, affronta i temi del dolore cronico, l’impatto che può avere sulla vita di una persona e i servizi che Asl3 mette a disposizione del paziente. Link al Video: Cure palliative e dolore cronico Per maggiori informazioni sulle cure palliative e gestione del dolore cronico: Struttura Complessa Cure Palliative Area Metropolitana
Pubblicato: 28 Maggio 2021
Online video di sensibilizzazione sul ruolo del corpo infermieristico durante l'emergenza covid Disponibile on line il video realizzato per la Giornata internazionale dell’infermiere, realizzato da un'idea di Sonia Ricciu, Collaboratore Professionale Sanitario Infermieristico della S.C. Salute Mentale Distretto 10 e con musiche di Paolo Traversa, Infermiere della S.C. Salute Mentale Distretto 12 e 13 in collaborazione con Asl3 e l’Ordine Professioni Infermieristiche (OPI). Link al video, disponibile sul Canale Youtube Asl3: https://youtu.be/yDD9SoT5_T4
Pubblicato: 12 Maggio 2021
Lunedì 3 maggio 2021, in occasione dell’Onda Open Day di Reumatologia, Asl3 promuove un filo diretto con lo specialista sul tema del mal di schiena. Il dott. Vincenzo Garzia, Medico Reumatologo Asl3, sarà disponibile dalle ore 8.30 alle 14 al numero 010 849 8506 per rispondere a domande e dubbi sul mal di schiena e su altre patologie reumatologiche nella donna. Durante la giornata sarà anche possibile contattare lo specialista tramite mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. per porre i propri quesiti sul tema. L’Open Day di Reumatologia è organizzato dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna in occasione della Giornata Mondiale della Spondilite Anchilosante. Per scoprire le altre iniziative di Asl3 dedicate alle donne all’interno del progetto ONDA nel 2021: Vicino alle donne, sempre - il percorso della Breast Unit Asl3
Pubblicato: 28 Aprile 2021
Anche quest’anno Asl3 partecipa all’Open Week promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (ONDA), che si terrà dal 19 al 25 aprile in modalità digitale. Primo appuntamento il filo diretto telefonico con gli specialisti della S.C. Ostetricia e Ginecologia Asl3: da lunedì 19 a venerdì 23 aprile dalle 8 alle 14 al numero 366 434 7533 sarà possibile porre domande sul tema del benessere della donna in gravidanza e dopo il parto, con particolare riferimento all'alimentazione e all'attività fisica. Nell'ambito dell'Onda open week sulla salute al femminile sarà anche possibile conoscere meglio i professionisti che operano all’interno della Breast Unit Asl3 tramite il video di approfondimento che sarà condiviso sul canale Youtube di Asl3 venerdì 23 aprile per sottolineare l'importanza della prevenzione e di un approccio multidisciplinare per la diagnosi e cura dei tumori mammari. Ricordiamo inoltre che è sempre attivo l’ambulatorio per le urgenze senologiche La Vie En Rose presso la sede di Fiumara. Guarda il video su Youtube "vicino alle donne, sempre"
Pubblicato: 16 Aprile 2021
Disponibile il calendario e tutte le informazioni per iscriversi
Pubblicato: 17 Marzo 2021
Oggi e tutti i giorni ricordiamo l'importanza della prevenzione al femminile
Pubblicato: 08 Marzo 2021