Archivio fotonotizie
In occasione dell’Onda Open Weekend sulla Salute Mentale, in programma dall’8 al 10 ottobre 2021, Asl3 attiva un Filo diretto con lo specialista nella giornata di venerdì 8 ottobre 2021 dalle 13 alle 16. Il dott. Enrico Giuffra - psicologo e psicoterapeuta della S.C. Salute mentale Distretto 10 SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura) Villa Scassi, diretta dal dott. Rocco Luigi Picci, risponderà alle domande più frequenti su ansia, stress, depressione nella donna nell’era della pandemia Covid-19. Due i canali per mettersi in contatto con lo specialista venerdì 8 ottobre: Numero telefonico 010 849 2262 (dalle 13 alle 16) Mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (tutto il giorno)
Pubblicato: 01 Ottobre 2021
Dal 1° al 7 ottobre 2021, in occasione della Settimana Mondiale dell’Allattamento Materno, Asl3 propone a tutte le neomamme un filo diretto con gli specialisti del Dipartimento Materno Infantile. Sei gli appuntamenti in programma, nel corso dei quali si potranno approfondire numerosi argomenti, tra questi vaccinazioni anti-covid durante l’allattamento, tecniche di allattamento e consigli sull'alimentazione della mamma. Una vera e proprio task force di specialisti, provenienti dai reparti di Ostetricia e Ginecologia, Neonatologia e dal Consultorio familiare, forniranno anche informazioni sui servizi a disposizione delle donne e delle famiglie sia in ospedale che sul territorio, come - per fare alcuni esempi - il servizio di home visiting Asl3 dedicato al momento del ritorno a casa dopo il parto e i gruppi online di sostegno per mamme durante i primi mesi post nascita. Di seguito gli appuntamenti in programma: 1 ottobre dalle 8 alle 14: dott.ssa Paola Gelli, Coordinatore Infermieristico Neonatologia Villa Scassi Numero diretto: 331 698 8102 2 ottobre dalle 8 alle 14: dott.ssa Katia Pistelli, Ostetrica, Responsabile del Percorso Nascita Asl3Numero diretto: 010 849 6836 4 ottobre dalle 14 alle 17.30: dott.ssa Mariangela Raso, Assistente Sanitaria Consultorio Percorso nascita via Assarotti Distretto 11Numero diretto: 010 849 5717 5 ottobre dalle 8 alle 14: dott. Gabriele Vallerino, Ginecologo, Direttore Dipartimento Materno infantile e S.C. Ostetricia e Ginecologia, Ospedale Villa ScassiNumero diretto: 337 252 168 6 ottobre dalle 8 alle 14: dott. Luigi Canepa, Ginecologo, Responsabile Consultorio FamiliareNumero diretto: 010 849 6870 7 ottobre dalle 8 alle 14: dott.ssa Lorella Mazzarello, Direttore Neonatologia Ospedale Villa ScassiNumero diretto: 010 849 2344 Sarà possibile contattare gli esperti nella settimana dedicata all'allattamento materno anche via mail all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Il Dipartimento Materno Infantile è diretto dal dott. Gabriele Vallerino.
Pubblicato: 28 Settembre 2021
Asl3 aderisce all’Open Day sull’aneurisma aortico addominale organizzato dalla Fondazione ONDA in programma mercoledì 29 settembre 2021. In tale giornata dalle ore 9 alle 12 sarà attivo il filo diretto con lo specialista al numero 010 849 2617. Il Dott. Domenico Ermirio, Direttore della S.S.D. Chirurgia Vascolare ad indirizzo di cura della macroangiopatia diabetica e delle lesioni del piede diabetico dell’Ospedale Villa Scassi, risponderà a tutti i quesiti sulla patologia e sui principali fattori di rischio. Di seguito un breve approfondimento con alcune domande e risposte sul tema, a cura del dott. Ermirio. Dottor Ermirio, l’aneurisma aortico addominale è una malattia poco conosciuta e sottovalutata, come si manifesta? L’aneurisma aortico addominale (AAA) è una dilatazione superiore a 3 cm dell’aorta addominale. L’incidenza dell’aneurisma aortico addominale risulta essere del 12,5% negli uomini tra 70 e 84 anni mentre per le donne del 5,2% (stessa fascia d’età). Da un punto di vista clinico, l’aneurisma aortico addominale non presenta sintomi evidenti fino alla rottura dell’arteria addominale che è una condizione clinica di emergenza con un tasso di mortalità superiore al 90%. Quali sono le differenze tra uomo e donna? L’aneurisma aortico addominale colpisce prevalentemente i soggetti di sesso maschile. Tuttavia nelle donne over60, spesso fumatrici, vi è un’incidenza maggiore del tasso di rottura nei piccoli aneurismi. Perché è importante la prevenzione soprattutto per le donne? La prevenzione mediante screening appare fondamentale essendo l’aneurisma aortico addominale clinicamente silente (asintomatico) fino alla rottura completa o tamponata. L’intervento chirurgico se programmato (in elezione) ha un basso tasso di complicanze, cosa diversa è quando si tratta di una emergenza. Quali sono i principali fattori di rischio? I principali fattori di rischio sono familiarità per la malattia, condizione di aterosclerosi con storia di malattia cerebrovascolare o cardiopatia-ischemica ed inoltre fumo, obesità, ipertensione, ipercolesterolemia e storia di altri aneurismi vascolari. Esistono esami specifici che il medico può prescrivere per confermare la diagnosi? Lo specialista può effettuare una diagnosi clinica con semplice palpazione dell’addome ed eventualmente approfondirla mediante esame ecocolorDoppler del distretto aorto-iliaco. Spesso però l’aneurisma aortico addominale si diagnostica in corso di esame ecografico addominale, di ecocolorDoppler o di TC addominale eseguite per altre patologie. In caso di presenza di aneurisma com'è possibile intervenire e qual è la terapia consigliata? La diagnosi di aneurisma aortico addominale prevede un monitoraggio strumentale con ecocolorDoppler fino ai 5,5 cm di diametro massimo e relativa correzione dei fattori di rischio. In caso di rilevazione di diametro superiore, è preferibile intervenire chirurgicamente tramite intervento endovascolare o tradizionale. A chi rivolgersi? E’ necessario rivolgersi a un centro specialistico di Chirurgia Vascolare di comprovata esperienza nel trattamento di tale patologia nel contesto di un approccio multidisciplinare. In Asl3 è possibile contattare la S.S.D. Chirurgia Vascolare, con sede all’Ospedale Villa Scassi (padiglione 5, primo piano). Per info: pagina dedicata
Pubblicato: 24 Settembre 2021
Lunedì 27 settembre un Filo diretto telefonico con lo specialista Asl3 in Cure Palliative Asl3 aderisce all’iniziativa “Cento Città contro il Dolore 2021” attivando, nella giornata di lunedì 27 settembre dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 17.30, un “Filo diretto telefonico” al numero 010 849 7070 con un medico specialista in Cure Palliative per rispondere a domande e fornire utili consigli e informazioni. Con l’esperto potranno essere affrontati diversi temi tra i quali anche l’accesso ai servizi nell'area metropolitana per bisogni di cure palliative, sia per persone con malattia oncologica che con malattie croniche invalidanti e progressive, della disponibilità attuale dei trattamenti per il dolore e informazioni generali sulla gestione dei quadri clinici connessi alla presenza di dolore cronico nella popolazione fragile. Inoltre sul canale YouTube sarà disponibile la video intervista al Dott. Flavio Fusco, Direttore S.C. Cure Palliative Asl3, con un approfondimento sul dolore cronico e le ripercussioni che esso ha sulla vita quotidiana delle persone e delle terapie e servizi messi a disposizione da Asl3 per il malato. “Cento Città contro il Dolore” organizzata dalla Fondazione Isal viene programmata sul territorio Nazionale sabato 25 settembre. Link al Video: Cure palliative e dolore cronico Per maggiori informazioni sull’iniziativa: https://fondazioneisal.it/cento-citta-contro-il-dolore/
Pubblicato: 24 Settembre 2021
Venerdì 17 settembre filo diretto telefonico con specialisti Asl3 sulle cure materne e neonatali
Pubblicato: 10 Settembre 2021
Il servizio è attivo ogni venerdì mattina dalle 7.30 alle 10
Pubblicato: 09 Settembre 2021
In questa pagina risponde alle più frequenti domande sui disturbi alimentari la Dott.ssa Barbara Masini, Responsabile S.S.D Disturbi Alimentari Dottoressa Masini quando si parla di disturbi del comportamento alimentare a cosa ci si riferisce? I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Nello specifico può descriverci brevemente quali sono? Possono essere di diverso tipo e natura. Vediamo insieme di cosa si tratta. L'Anoressia Nervosa, per esempio, è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da restrizione alimentare, paura di ingrassare e anomalia nel percepire il proprio peso. Mentre la Bulimia Nervosa (letteralmente “fame da bue”) si caratterizza per la presenza di crisi bulimiche o “abbuffate” a cui seguono comportamenti di compensazione finalizzati ad ostacolare l’aumento di peso. C’è inoltre il disturbo da alimentazione incontrollata (BED acronimo di Binge Eating Disorder) che si presenta clinicamente con episodi di abbuffate tipici della bulimia nervosa, senza però mostrare i comportamenti compensatori tipici di quest’ultima, quali vomito, iperattività fisica, abuso di lassativi, diuretici, ecc. Proprio per questo le persone con BED sono generalmente sovrappeso o obese. Più in generale quali sono i sintomi e quando è necessario rivolgersi allo specialista? Per la maggior parte delle persone con disturbo dell’alimentazione, la consapevolezza di avere un problema è scarsa, mentre la paura di affrontare un cambiamento risulta fortissima. La ricerca continua della magrezza, il mangiare senza controllo, le diete estreme, l’uso del vomito o dei lassativi, possono essere visti dalla persona che soffre di disturbi dell’alimentazione non tanto come un disturbo, ma piuttosto come una soluzione ai propri problemi. Il disturbo dell’alimentazione infatti è “pervasivo”, cioè impegna così tanto la mente delle persone che ne soffrono, da portare all’illusione di poter tenere lontani gli altri problemi della vita. In realtà, invece, molti problemi sono causati proprio dal disturbo alimentare stesso. Questo è il motivo per cui molte persone affette da disturbi dell’alimentazione, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, non chiedono aiuto o rifiutano addirittura un approccio terapeutico. Quali sono i sintomi dell’anoressia? Le persone che soffrono di anoressia nervosa hanno pensieri e preoccupazioni costantemente rivolti al controllo del cibo e del corpo. Nonostante la magrezza evidente, la persona non ha la percezione della magrezza o comunque ha un’immagine corporea alterata. L’autostima è strettamente legata al peso e alla forma del corpo: la perdita di peso è considerata una conquista ottenuta grazie all’autodisciplina e al rigido controllo. Alcune caratteristiche psicologiche frequentemente descritte nei pazienti con anoressia nervosa sono: depressione, perfezionismo, bassa autostima, difficoltà interpersonali, paura di crescere. Quali sono i sintomi della bulimia? Una persona affetta da bulimia nervosa presenta alcuni segnali specifici: abbuffate ricorrenti caratterizzate dal consumo di grandi quantità di cibo e dalla sensazione di perdere il controllo sull’atto di mangiare; comportamenti di compenso come il vomito autoindotto o utilizzo di lassativi e diuretici in maniera impropria, esercizio fisico in modo eccessivo; frequenza delle abbuffate e relative condotte compensatorie almeno 2 volte a settimana per tre mesi; preoccupazione estrema per il peso e le forme corporee. Possiamo dire che la caratteristica principale della bulimia nervosa è un circolo autoperpetuante: preoccupazione per il peso e le forme corporee quindi dieta ferrea quindi abbuffate quindi vomito autoindotto. Quali sono invece i sintomi del disturbo da alimentazione incontrollata? Il comportamento caratteristico dei soggetti con BED si distingue per la presenza di episodi ricorrenti di abbuffate. Con questo termine si indica una condizione definita da due precise caratteristiche, entrambe necessarie: mangiare in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore) una quantità di cibo indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e in circostanze simili; sensazione di perdere il controllo nell’atto di mangiare come, ad esempio, sentire di non potere smettere di mangiare o di non potere controllare cosa o quanto mangiare.Quali sono i segnali a cui il genitore deve prestare attenzione? Il genitore dovrebbe preoccuparsi nel caso in cui il proprio figlio o la propria figlia manifesti cambiamenti improvvisi di comportamento: ansia, tendenza all’isolamento, a nascondersi e a nascondere quello che fa, utilizzo frequente del bagno, soprattutto dopo i pasti. Ma anche mangiare in modo diverso rispetto a prima come per esempio con troppa lentezza, sminuzzando eccessivamente il cibo ed escludendo categoricamente alcuni alimenti dalla propria dieta, bere eccessivamente, manifestare una iperattività fisica. E ancora dimagrire eccessivamente, anche se non è un marcatore clinico imprescindibile, perché anche persone di peso corporeo normale possono essere affette dalla patologia oppure persone che non soffrono di DSA possono manifestare dimagrimento improvviso per altri motivi. Come prevenire i disturbi del comportamento alimentare? I numerosi ed approfonditi studi nel campo dei disturbi dell’alimentazione e delle loro possibili cause hanno portato a comprendere che non esiste una singola causa di questi disturbi, ma che molti fattori concorrono a predisporre, precipitare e poi perpetuare il disturbo. Questi fattori sono di vario tipo: fattori genetici, fattori socio-culturali, fattori psicologici, fattori biologici. Per definizione, la prevenzione primaria è possibile solo quando i fattori eziologici sono noti e, soprattutto, quando questi fattori sono modificabili. Per esempio: si può provare ad intervenire sulle pressioni socioculturali relativi alla magrezza che spingono ai comportamenti di dieta (uno dei più potenti fattori di rischio), ma non è possibile intervenire su fattori genetici, fattori di personalità o familiari. Un altro tipo di prevenzione, detta “secondaria”, cerca di identificare i casi il più presto possibile rispetto alla insorgenza del disturbo, poiché è stato appurato, a livello clinico, che un trattamento intrapreso nelle prime fasi della malattia è più efficace. Non sempre tuttavia, soprattutto nelle prime fasi di malattia, la persona con un disturbo dell’alimentazione capisce ed ammette di avere bisogno di aiuto. Anche a questo livello è quindi importante una sensibilizzazione dell’ambiente socio-familiare: a partire dai giovani stessi, alle famiglie, agli operatori scolastici e ai medici di medicina generale. Quali sono le figure professionali messe in campo da Asl3 per la presa in carico della patologia? Come spiegato in precedenza l’approccio a questo genere di problema è multidisciplinare. Per questo in Asl3 è attiva una equipe specializzata composta da psicologi, medici internisti, psichiatri, nutrizionisti, infermieri e operatori sanitari, tutti con una formazione omogenea, per accogliere le richieste di prime visite per diagnosi e cura del DCA. A chi rivolgersi Centro per la prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare Tel. 010 849 6564/6686.Le sedi dove si svolgono i colloqui e le visite mediche sono: Via G. Maggio Genova Quarto Via Rivoli Carignano Palazzo della Salute Fiumara Palazzo della Salute Martinez Genova Pegli Via Golgi Arenzano
Pubblicato: 08 Settembre 2021
In questa pagina risponde alle più frequenti domande sulla salute delle ossa a cura del dottor Andrea Giusti, Reumatologo Responsabile della S.S.D. Malattie Metaboliche Ossee e Prevenzione delle Fratture nell’anziano. Dott. Giusti, quali sono le principali patologie a carico delle ossa? L’osteoporosi (primitiva e secondaria) e l’osteomalacia sono le due più frequenti malattie ossee. Delle due l’osteoporosi è in assoluto la più frequente rappresentando sicuramente un problema di ordine socio-sanitario di rilievo, in relazione alle complicanze e alle conseguenze delle fratture osteoporotiche. L’osteomalacia, sicuramente meno frequente, può interessare popolazioni particolarmente fragili come gli anziani over 90 e soggetti con malattie specifiche. A livello osseo cosa accade quando siamo in presenza di queste due patologie? L’osteoporosi è caratterizzata da una alterazione della micro-architettura e una riduzione della massa ossea, mentre l’osteomalacia si caratterizza per una mancata mineralizzazione della matrice osteoide. In entrambe le condizioni, l’osso diventa più fragile. Quali sono i sintomi della/e malattia/e? L’osteoporosi è per definizione una malattia silente, dando segno di sé unicamente con le fratture da fragilità, che rappresentano l’evento clinico proprio della malattia. L’osteomalacia in generale si può presentare con dolori ossei e muscolari diffusi molto invalidanti e stanchezza. Come prevenire? La prevenzione dell’osteoporosi si basa sostanzialmente sull’implementazione delle abitudini per un corretto stile di vita (attività motoria, alimentazione appropriata, non fumare, evitare abuso di alcolici) e su una corretta integrazione di calcio e vitamina D dove indicato. Sfortunatamente, in molti casi, l’implementazione di suddette norme non è sufficiente, in relazione sia al peso della familiarità sia alle molteplici condizioni che la possono produrre. L’osteomalacia è una condizione legata prevalentemente a una carenza significativa di calcio e di vitamina D. La loro corretta integrazione è pertanto lo strumento principale per la prevenzione. Il medico, una volta acquisite le informazioni cliniche del paziente, indica la corretta somministrazione di calcio e di vitamina D. In questo settore ci sono farmaci innovativi? Premesso che, nel caso dell’osteoporosi, i farmaci storicamente utilizzati per il trattamento e la prevenzione delle fratture sono dotati di grande efficacia e sicurezza, attualmente esistono anche farmaci più innovativi quali il Denosumab, il Teriparatide e il Romosozumab (principio attivo), di imminente commercializzazione, dotati di grandissima efficacia. Quali sono le terapie e i percorsi adottati da Asl3 per far fronte a questo genere di patologie? Asl3 propone terapie uniche e i protocolli terapeutici più avanzati nel trattamento della osteoporosi e nella prevenzione delle fratture così come nel trattamento della osteomalacia; ciò in aggiunta a un percorso integrato dedicato al paziente fratturato, che viene preso in carico precocemente, e finalizzato alla prevenzione di una nuova frattura. Ci sono stati studi specifici portati avanti da Asl3 e collaborazioni? Sì. Asl3 è impegnata da anni nella sperimentazione di farmaci nuovi e, al momento, sta implementando un percorso innovativo per la gestione del paziente con frattura osteoporotica. Il percorso, denominato Progetto LICOS, rappresenta in assoluto uno dei fiori all’occhiello di Asl3. Consigli pratici da seguire Mantenersi attivi dal punto di vista motorio, prediligendo le attività all’aria aperta. Seguire un’alimentazione corretta che includa un appropriato apporto di prodotti alimentari ad alto contenuto di calcio; Seguire i programmi di screening e prevenzione della Asl3; Identificare con il proprio Medico di Medicina Generale, se necessario, la supplementazione con vitamina D più appropriata. In caso di frattura in assenza di trauma, far riferimento prima al proprio Medico di Medicina Generale e, se indicato, a un centro specialistico. A chi rivolgersi Dipartimento delle Specialità Mediche -S. C. Reumatologia e S.S.D. Malattie Metaboliche Ossee e Prevenzione delle Fratture nell’anziano: Poliambulatorio Ospedale La Collettavia del Giappone, 3 - 16011 Arenzanotel. 010 849 8065 Poliambulatorio Ge-Nervivia Missolungi 14 – 16147 Genovatel. 010 849 6955 Palazzo della Salute Fiumaravia degli Operai, 80 – 16149 Genovatel. 010 849 7283
Pubblicato: 08 Settembre 2021
Il mese di settembre rappresenta per molti un momento di ripartenza, di nuovi obiettivi e buoni propositi, fra cui l'adozione di corretti stili di vita per mantenersi in salute. Ma quali strategie adottare? Di seguito l'approfondimento con il dott. Enrico Torre, Direttore S.C. Diabetologia e Malattie metaboliche Asl3 Dottor Torre, cosa si intende per sani e corretti stili di vita? La definizione di stile di vita sano e corretto raggruppa una serie di abitudini quotidiane, tra cui un’alimentazione adeguata, la pratica di attività fisica, l’abolizione del fumo e la limitazione del consumo di alcol. Tali azioni, se messe in atto con regolarità, possono fare la differenza e portare ad un miglioramento della salute psico-fisica, oltre che prevenire l’instaurarsi di malattie metaboliche. Perché è importante uno stile di vita sano? Adottare uno stile di vita salutare è l’arma più valida per prevenire e combattere malattie metaboliche come diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, obesità; uno stile di vita sano permette, inoltre, di prevenire anche l’insorgenza di patologie croniche o neoplastiche, consentendoci pertanto di vivere bene e più a lungo. Come si può iniziare uno stile di vita sano? Un’alimentazione corretta e bilanciata, povera di grassi e zuccheri e ricca di cereali (soprattutto integrali), legumi, ortaggi e frutta, rappresenta un elemento fondamentale nella prevenzione di numerose condizioni patologiche. Mangiare in modo adeguato ed equilibrato, inoltre, aiuta a mantenere in salute il microbiota intestinale e a tenere sotto controllo il peso e l’indice di massa corporea (BMI). Obesità e sovrappeso sono infatti, a loro volta, importanti fattori di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari, nonché per morte prematura. Altro tassello importante nell’intraprendere uno stile di vita sano è l’attività fisica. A qualsiasi età, una regolare attività fisica, anche moderata (es: camminare 30 minuti/die), contribuisce a migliorare la qualità della vita, influendo positivamente sullo stato di salute sia fisico che psichico. L’esercizio fisico, infatti, oltre a mantenere sotto controllo il peso corporeo, favorisce l’aumento delle difese immunitarie, previene ipertensione e osteoporosi, modula positivamente i livelli di glicemia e colesterolo, aiuta a prevenire le malattie metaboliche, cardiovascolari, neoplastiche e comporta benefici evidenti per l’apparato muscoloscheletrico. Inoltre, mediante la produzione di endorfine, l’attività fisica riduce ansia, stress e depressione. Per intraprendere uno stile di vita sano, non bisogna infine dimenticare la necessità di smettere di fumare e di ridurre/abolire il consumo di alcolici, in quanto entrambi aumentano il rischio di sviluppare neoplasie e altre patologie (cardio-vascolari, cerebro-vascolari, respiratorie, epatiche). A chi rivolgersi Nell'ambito della S.C. Diabetologia e Malattie metaboliche Asl3 è attivo, presso la sede del pad. 7 del Policlinico San Martino (tel 010 555 4439), l’ambulatorio dedicato all'obesità, rivolto in particolar modo ai soggetti diabetici. In tale sede il paziente con obesità viene valutato e seguito da un team che coinvolge diverse figure professionali (diabetologo, endocrinologo, nutrizionista, psicologo/psichiatra) e che prende in carico il paziente in modo multidisciplinare. Sedi e contatti S.C. Diabetologia e Malattie metaboliche
Pubblicato: 01 Settembre 2021
Intervista alla dott.ssa Cristiana Busso, Psicologa e Coordinatore Gruppo Dipendenze Tecnologiche S.C. Ser.T. Dottoressa Busso, quali sono i segnali ai quali i genitori devono prestare attenzione nell’uso della tecnologia da parte dei propri figli? Quando si può parlare effettivamente di dipendenza? Quando si affronta la tematica del rapporto con la tecnologia dobbiamo tenere presente che, nella società odierna, non è semplice distinguere ciò che è “normale” da ciò che è “patologico” a causa della costante iperconnessione che caratterizza la vita sia degli adulti che dei ragazzi. Rispetto all’adolescenza bisogna saper riconoscere la differenza tra un uso sano e integrato, a sostegno dei bisogni evolutivi di crescita – come socializzazione, sperimentazione ed immagine di sé - da un uso problematico e disfunzionale. In questo senso va tenuto presente che i parametri più importanti sono, non soltanto il tempo trascorso, ma piuttosto la modalità di utilizzo della rete: che cosa il ragazzo fa on line e come lo fa e i significati di tali comportamenti. I rischi vanno valutati in funzione di ogni persona, del suo contesto relazionale e familiare. Non è efficace da parte dei genitori mettere in atto in modo impulsivo una drastica interruzione dell’utilizzo della rete e della tecnologia - come per fare qualche esempio: staccare la spina, interrompere la connessione, sottrarre i dispositivi… - in quanto ciò può anche determinare un peggioramento dello stato emotivo del figlio con esplosioni di aggressività. È necessario chiedere aiuto agli esperti per evitare di adottare modalità controproducenti e rischiose. Qualora i genitori avessero preoccupazioni o dubbi su come comportarsi possono rivolgersi ad un professionista per essere aiutati a comprendere meglio il tipo di uso che viene fatto dai loro figli dei dispositivi e della rete. Alcuni sintomi delle dipendenze tecnologiche: Aumento progressivo del tempo dedicato ai videoschermi (videogiochi, social, serie tv, rete, messaggistica…) e diminuzione di quello utilizzato per gli impegni scolastici, lavorativi, sportivi. Aumento delle assenze scolastiche con, talvolta, una diminuzione del profitto. Immersione nel mondo della rete e crescente difficoltà a staccarsi dai dispositivi e ad autoregolarne l’uso. Alterazioni nel ritmo sonno/veglia, disordini nell’alimentazione, progressivo disinteresse verso la cura personale Comparsa di alcune problematiche fisiche (bruciore agli occhi, mal di testa, dolori muscolari), cambiamenti umorali (irritabilità, ansia, aggressività)Aumento dell’impiego di denaro utilizzato per videogiocare (acquisto di migliorie e potenziamenti proposti dai videogiochi). La prevenzione inizia nell’infanzia, soprattutto in merito all’uso della tecnologia. Le linee di indirizzo per le attività di prevenzione primaria sottolineano come il supporto alla famiglia rispetto al suo ruolo educativo costituisca la principale strategia verso il rischio di comportamenti di dipendenza. Quali sono le mosse a disposizione in via preventiva per combattere il fenomeno? È importante che la coppia genitoriale abbia un confronto e un accordo rispetto allo stile educativo e alle regole da porre in riferimento all’uso dei dispositivi. La tecnologia va introdotta con gradualità. L’affiancamento dei figli all’uso della tecnologia parte dall’infanzia e prosegue negli anni per trasformarsi da “spazio di vigilanza” a “spazio di relazione”. Non bisogna confondere una “confidenza” con i dispositivi con una “competenza digitale”. I bambini imitano quello che vedono e pertanto i genitori devono essere consapevoli delle proprie modalità di utilizzo dei dispositivi. Non è opportuno mettere i bambini in contatto con i dispositivi troppo precocemente, (mai prima dei tre anni) ed è necessario seguire le indicazioni fornite che suggeriscono le età consigliate (PEGI sui videogiochi). I genitori non dovrebbero utilizzare i dispositivi per “intrattenere” i figli o come premi per un comportamento richiesto.Per meglio regolare l’uso della tecnologia e della rete, i genitori dovrebbero conoscere e fare esperienza diretta degli oggetti di consumo che i figli vorrebbero scaricare (videogiochi, applicazioni, social, chat…). All’interno del Sert Distretto 13 esiste da oltre 10 anni un’attività consolidata di prevenzione primaria alle dipendenze, rivolta ai genitori dei bambini dai 3 ai 10 anni, che coinvolge anche i docenti e che pone uno sguardo, sempre aggiornato, sulle modalità di utilizzo da parte dei bambini della tecnologia e dei prodotti mediali. Sono realizzati dagli operatori Sert incontri di sensibilizzazione e formazione rivolti agli insegnanti delle scuole secondarie di primo grado e degli Istituti Superiori sui temi delle dipendenze tecnologiche all’interno di progetti di prevenzione che privilegiano come target gli adulti di riferimento. Quali strumenti Asl3 mette a disposizione delle famiglie per la cura delle dipendenze tecnologiche? Esiste all’interno dell Sert il Gruppo Interdistrettuale Dipendenze Tecnologiche i cui settori di interesse sono: ricerca, formazione, prevenzione, trattamento, centrati soprattutto sul target adolescenti, giovani adulti e loro familiari in risposta alle richieste di aiuto più frequenti, ma sono ricomprese anche tutte le forme dipendenza tecnologica che possono riguardare anche la popolazione adulta: trading compulsivo online, shopping compulsivo online, dipendenza da relazioni e sesso virtuale, ricerca eccessiva di informazioni in rete e altro. Il gruppo Dipendenze Tecnologiche è composto da più di venti operatori, di diverse professionalità quali psicologi, medici, assistenti sociali, educatori, infermieri che svolgono la funzione di referenti all’interno dei loro Servizi territoriali di appartenenza, in modo che in ogni parte della città ci siano operatori specializzati e dedicati a tali problematiche. Fa parte del Gruppo Dipendenze Tecnologiche il responsabile di “MySpace”, progetto della S.C. Sert che si sta occupando di adolescenti anche con problematiche legate all’uso intensivo dei videogiochi con laboratori specifici. Obiettivi del Gruppo Dipendenze Tecnologiche Asl3: sviluppare un pensiero critico di fronte all’allarme mediatico e sociale, con un aggiornamento continuo sul tema delle dipendenze tecnologiche; accogliere e rispondere alle richieste di aiuto dei genitori preoccupati per il rapporto dei figli con la tecnologia e la rete; raccogliere il bisogno di informazione e formazione da parte del mondo della scuola e delle agenzie educative costruire una rete tra operatori di diversi Servizi. Gli strumenti di cura utilizzati all’interno dei Sert per tali problematiche sono: colloqui di accoglienza della domanda di aiuto e valutazione diagnostica del problema, interventi psicologici e psicoeducativi sia per la famiglia che per il ragazzo, interventi psicoterapici individuali e familiari, interventi domiciliari nel caso di adolescenti ritirati socialmente con lo scopo di valutare la situazione e creare un possibile aggancio, anche utilizzando videochiamate. Qualora si ritenga necessario si coinvolgono nella presa in carico del caso anche altri Servizi che possono contribuire per le loro competenze (N.P.I.A., Consultorio, Salute Mentale). Ciascuno di noi può contribuire a migliorare il contesto delle dipendenze? Il rischio di un uso problematico e di dipendenza dalla rete e dai dispositivi vale anche per il mondo adulto. I cambiamenti introdotti dalla tecnologia, la portabilità, l’immediatezza della comunicazione, la mancanza di confini tra l’uso lavorativo e ricreativo possono determinare un utilizzo compulsivo. Ogni individuo ha il compito di auto osservarsi e di migliorarsi rispetto alla propria capacità di regolazione dei tempi e dei modi di utilizzo dei videoschermi. Ogni cittadino è chiamato a sviluppare una riflessione per evitare sia la demonizzazione che la banalizzazione della tecnologia. Non è utile incolpare la rete, ma comprenderne i significati, nonostante i possibili pregiudizi. È importante essere informati su queste problematiche e sulle possibili soluzioni anche per poter orientare coloro che potrebbero aver bisogno di aiuto. Ricerca e collaborazioni sul tema Il gruppo Dipendenze Tecnologiche ha collaborato negli anni 2018 e 2019 alla ricerca predisposta dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova sull’uso della rete da parte dei giovani genovesi. La Ricerca: “Dipendenza da Internet e benessere psicologico in giovani adulti liguri” è stata presentata il 6 febbraio 2019 presso il DISFOR Università di Genova. Qui il link per poter leggere il Report: https://www.asl3.liguria.it/archivio-comunicazioni/item/2216-i-giovani-e-la-rete-focus-sulle-dipendenze-da-internet.html Il referente e coordinatore del Gruppo Dipendenze Tecnologiche collabora al progetto: “Rete Senza Fili. Internet Addiction Disorder (IAD): tante connessioni possibili. Mappatura e Censimento delle risorse territoriali” in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e il Gruppo IR (Interregionale) Dipendenze. A chi rivolgersi Referente e Coordinatore Gruppo Dipendenze Tecnologiche S.C. Sert: Dott.ssa Cristiana Busso tel. 010 849 6241 - mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Gli operatori dedicati ai temi delle Dipendenze Tecnologiche sono contattabili all’interno dei seguenti Sert Distrettuali: Distretto 8 tel. 010 849 9877 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Distretto 9 tel. 010 849 7447 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Distretto 10 tel. 010 849 4030 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Distretto 11 tel. 010 849 7686 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Distretto 12 tel. 010 849 4827 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Distretto 13 tel. 010 849 6330 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Approfondimento Intervista di Monica Pinna di Euronews https://it.euronews.com/2021/01/29/la-dipendeza-tecnologica-dei-giovani-e-aumentata-con-la-pandemia Archivio articoli "Pillole di prevenzione" Pillole di Prevenzione - i Reni Pillole di prevenzione - Tiroide
Pubblicato: 20 Luglio 2021
Intervista al dott. Paolo Sacco, Direttore della S.C. Nefrologia e Dialisi Asl3 Dott. Sacco, quali sono le principali patologie a carico dei reni? I reni possono essere interessati da diverse patologie. Esistono malattie specificatamente renali, come le glomerulonefriti (dovute ad un processo infiammatorio), le nefriti tubulo-interstiziali (ad esempio da danno farmacologico), le pielonefriti (causate da un’infezione), l’interessamento renale nel corso di malattie sistemiche (mieloma multiplo, LES e altre collagenopatie), le patologie da ostruzione delle vie urinarie (calcolosi, ipertrofia prostatica, neoplasie) o le malattie ereditarie (rene policistico). Inoltre, negli ultimi anni, stiamo assistendo a un incremento di patologie che colpiscono i reni in quanto organi particolarmente vascolarizzati, come l’ipertensione arteriosa, diabete mellito, sindrome metabolica e dislipidemia, che rappresentano le principali cause di “malattia renale cronica (MRC)”, intendendo con questo una “condizione di alterata funzionalità renale che perdura da almeno tre mesi”. Si stima che a livello mondiale il 10% della popolazione sia affetta da MRC. Perché è importante che funzionino bene? Ricordiamo che la principale funzione dei reni è quella di filtrare il sangue in modo che i prodotti di scarto del metabolismo e i liquidi in eccesso possano essere eliminati attraverso l'urina. I reni contribuiscono inoltre al controllo della pressione arteriosa, alla formazione dei globuli rossi e al metabolismo osseo. Quando i reni non funzionano correttamente le sostanze di scarto possono accumularsi nel sangue provocando uno stato di intossicazione: in questo caso si parla di insufficienza renale. L’insufficienza renale può essere acuta o cronica. La prima è caratterizzata da una rapida perdita della funzionalità renale dovuta, spesso, a fattori temporanei: se curata rapidamente, la stessa può regredire e il paziente andare incontro a guarigione. L’insufficienza renale cronica, invece, è sostenuta da un danno non reversibile e tende a progredire più o meno velocemente nel tempo, portando in alcuni casi alla necessità di una terapia sostitutiva come dialisi o trapianto. Quali sono i campanelli di allarme che ci inducono a rivolgerci allo specialista? I sintomi derivanti dalle malattie renali possono essere numerosi e diversi, a seconda della patologia che interessa questi organi; spesso i sintomi sono aspecifici, altre volte addirittura possono essere assenti e manifestarsi soltanto in caso di grave compromissione della funzionalità renale. Possono essere evocativi di una malattia renale la presenza di sangue e/o di proteine nelle urine, il dolore in sede lombare (tipico quello della colica renale), la comparsa di edemi agli arti inferiori, le variazioni del volume urinario, ma anche l’astenia, il pallore, la nausea, la febbre, alcune manifestazioni cutanee e sintomi neurologici. In tutti questi casi ci vengono in aiuto gli esami di laboratorio (le alterazioni degli indici di funzionalità renale come la creatinina e l’urea, le caratteristiche del sedimento urinario, i markers immunologici), gli esami strumentali (come l’ecotomografia, la TC e la RM) o esami specifici come la biopsia renale. La prevenzione può giocare un ruolo importante per la salute dei reni? La prevenzione è fondamentale per la maggior parte delle patologie renali. La prevenzione primaria delle malattie renali specifiche si basa sulla consulenza del genetista per le malattie ereditarie, sull'uso accorto dei farmaci potenzialmente nefrotossici, sull'uso ponderato del mezzo di contrasto iodato necessario per l’esecuzione di alcune indagini strumentali. Per alcune nefropatie a patogenesi immunologica non è possibile attuare una prevenzione primaria. Per quanto riguarda invece la nefropatia secondaria al diabete mellito o all’ipertensione arteriosa, la prevenzione primaria si attua tramite la modifica dei comportamenti non salutari individuali: fumo, abuso di alcol e sostanze illegali, dieta scorretta e inattività fisica rappresentano comportamenti non salutari che si instaurano spesso già durante l’infanzia o l’adolescenza. Un corretto stile di vita permette infatti di prevenire condizioni patologiche come iperglicemia, ipertensione arteriosa, dislipidemia che, anche se diagnosticate e trattate in tempo, potrebbero non essere reversibili. Le terapie a disposizione sono efficaci? La ricerca farmacologica in ambito nefrologico ha da sempre come obiettivo quello di curare la malattia renale in atto e di prevenire o rallentare l’evoluzione dell’insufficienza renale che in alcuni casi ad essa consegue. L’utilizzo sempre più diffuso negli ultimi anni di anticorpi monoclonali ha migliorato in modo netto la qualità delle terapie e conseguentemente la prognosi di molte malattie renali e non solo. Nell’ambito delle patologie ereditarie buoni risultati sono stati ottenuti nel trattamento del rene policistico dell’adulto grazie all’utilizzo di farmaci che rallentano la crescita delle cisti stesse. Per quanto riguarda il trattamento del diabete mellito da alcuni anni vengono utilizzati farmaci che hanno dimostrato un rallentamento e in alcuni casi una regressione della nefropatia diabetica. C'è poi una serie di farmaci utilizzati nel trattamento delle complicanze dell’insufficienza renale cronica che permettono un buon controllo delle stesse. Quali sono le specificità del suo Reparto? La S.C. Nefrologia e Dialisi di ASL3 propone le più moderne terapie farmacologiche per il trattamento delle nefropatie e le tecnologie più avanzate per il trattamento sostitutivo della funzione renale (emodialisi e dialisi peritoneale), così come avviene negli altri centri nefrologici metropolitani e regionali. Particolare attenzione viene rivolta al paziente cronico, grazie anche all’utilizzo di sistemi di telemedicina che permettono di personalizzare la terapia dialitica “da remoto” riducendo così gli accessi agli ambulatori ospedalieri. Il nostro Reparto ha partecipato a diversi studi multicentrici sull’efficacia degli agenti stimolanti l’eritropoiesi nel paziente affetto da anemia renale. Attualmente sta partecipando ad uno studio osservazionale multicentrico sull’efficacia della vaccinazione anti Covid-19 nei pazienti in trattamento dialitico, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Società Italiana di Nefrologia, e ad uno studio sulla malattia policistica dell’adulto. Dott. Sacco, veniamo ai consigli pratici: quali sono le principali attività che possono tutelare la salute dei reni? Esistono poche ma importanti regole per mantenere in buona salute i propri reni. Ve le elenco di seguito: mantenersi attivi e in forma: seguire uno stile di vita attivo e tenersi in buona forma fisica aiuta a ridurre la pressione sanguigna e quindi riduce il rischio di malattia renale cronica mantenere nella norma i livelli di glicemia: poiché quasi la metà delle persone che hanno il diabete sviluppa un danno ai reni, è importante in queste persone verificare regolarmente la loro funzione renale. Il danno renale da diabete può essere ridotto o prevenuto se rilevato precocemente tenere sotto controllo la pressione sanguigna: l'ipertensione arteriosa è definita il “killer silenzioso”, in quanto può causare danni a vari organi, tra cui i reni mangiare sano e controllare il peso: una corretta alimentazione può aiutare a prevenire il diabete, le malattie cardiache e altre condizioni associate alla malattia renale cronica ridurre l'assunzione di sale: l'assunzione di sodio raccomandata è di 3-6 grammi di sale al giorno (circa un cucchiaino). Per far questo occorre limitare l’assunzione della quantità di alimenti trasformati (conservati) e limitare l'aggiunta di sale nei cibi bere una adeguata quantità di liquidi durante la giornata (nel caso patologie cardiologiche chiedere sempre consiglio al Medico curante non fumare: il fumo può compromettere l’integrità dei vasi sanguigni dei reni compromettendone la funzionalità attenzione all’assunzione dei farmaci: un'eccessiva assunzione di alcuni farmaci (ad esempio di FANS) potrebbe causare danni ai reni. Per tale motivo occorre sempre chiedere consiglio al proprio medico Nel caso si sospetti una patologia renale, o in presenza di fattori di rischio (come diabete e ipertensione), eseguire alcuni test semplici e a basso costo come l’esame urine e il dosaggio ematico della creatinina. A chi rivolgersi Sedi e contatti S.C. Nefrologia e Dialisi
Pubblicato: 13 Luglio 2021
In considerazione dell’attuale quadro epidemiologico caratterizzato da un sensibile calo dei contagi, da sabato 10 luglio presso il Palazzo della Salute di Fiumara riprende l’AMBULATORIO DEL "MAL DI DENTI" del fine settimana in accesso diretto e senza impegnativa. L’ambulatorio di Fiumara sarà aperto il SABATO, la DOMENICA e nei GIORNI FESTIVI dalle ore 8 alle ore 12.30. Sono previste 9 prestazioni al giorno in relazione alla normativa anti-covid che prevede attività e procedure di sanificazione dei locali tra un paziente e l’altro. Come accedere Per accedere è sufficiente ritirare il numero progressivo presso la portineria del Palazzo della Salute di Fiumara a Sampierdarena (via Operai 80) entro le 11.30 con la tessera sanitaria. Non serve appuntamento né impegnativa del Medico di Medicina Generale. Il trattamento delle urgenze odontoiatriche è garantito a tutti i cittadini per le sintomatologie dolorose acute e le prestazioni seguono le regole generali del ticket. Il servizio sarà disponibile anche nel giorno di Ferragosto, il 1° novembre, 8, 25 e 26 dicembre 2021, 6 gennaio 2022. Ulteriori informazioni Per informazioni è possibile contattare l’Ufficio Relazioni con il Pubblico di Fiumara ai numeri 010 849 7054 - 7251 Il servizio sarà attivo anche nei seguenti giorni festivi: sabato 24 dicembre 2022 domenica 25 dicembre 2022 lunedì 26 dicembre 2022 sabato 31 dicembre 2022 domenica 1° gennaio 2023 (Ultimo aggiornamento: 9 dicembre 2022)
Pubblicato: 07 Luglio 2021
Intervista al dott. Enrico Torre, Responsabile S.S.D. Endocrinologia, Diabetologia e Malattie metaboliche Asl3. Dr. Torre, quali sono le principali patologie a carico della tiroide? Le principali patologie tiroidee sono rappresentate da noduli e alterazioni della funzionalità.I noduli tiroidei sono più diffusi nel sesso femminile e si riscontrano di frequente nelle aree a carenza iodica; in generale la loro prevalenza aumenta con l’età. La popolazione ligure, dunque, notoriamente anziana e residente ancora in aree con iodio-carenza lieve/moderata, presenta una elevata prevalenza di patologia nodulare tiroidea. Anche le alterazioni della funzione tiroidea, come l’ipotiroidismo o l’ipertiroidismo per lo più a genesi autoimmune, sono in costante crescita e necessitano di valutazione specialistica, per verificare l’adeguatezza della terapia, prevenire complicanze e garantire un’adeguata qualità di vita. Nello specifico quali sono i sintomi che ci fanno capire che qualcosa non va? Quando la tiroide produce un eccesso di ormoni tiroidei, si manifesta una condizione chiamata ipertiroidismo, che può causare tachicardia, palpitazioni, aumento della frequenza di evacuazione, nervosismo, ansia, iperattività, perdita di peso. Al contrario, l’ipotiroidismo è la ridotta produzione di ormoni tiroidei: nelle fasi iniziali raramente provoca disturbi ma, col passare del tempo, se non curato, può portare all’insorgenza di obesità, dislipidemia, depressione. Possono essere affetti da ipotiroidismo sia soggetti di sesso maschile che femminile, pur essendo più comune tra le donne, soprattutto al di sopra dei 60 anni. I noduli tiroidei sono quasi sempre di riscontro incidentale, poiché nella maggior parte dei casi sono asintomatici; per lo più si tratta di formazioni benigne, solo lo 0,3% ha caratteristiche di malignità e quindi di formazione tumorale. Ci sono delle abitudini che possiamo introdurre nella quotidianità per prevenire queste patologie? Per esempio usare poco sale ma iodato. Lo iodio, infatti, rappresenta la “benzina” della tiroide: permette un adeguato funzionamento della ghiandola e previene la formazione di noduli. In particolare durante la gravidanza e l’allattamento è raccomandata un’integrazione con iodio, al fine di garantire un adeguato apporto al bambino in crescita. Pertanto, in caso di desiderio di gravidanza o di avvio della stessa, è necessario consultare l’endocrinologo in presenza di disfunzioni tiroidee, al fine di valutare una eventuale terapia medica mirata. La palpazione della tiroide può identificare, se effettuata in modo corretto, l’eventuale presenza di noduli tiroidei. I test di screening come l’ecografia e gli esami ormonali sono indicati solo in persone ad alto rischio o in coloro che presentano familiarità per malattie della tiroide o malattie autoimmuni. Anche i pazienti che sono stati esposti a irradiazione nella regione del collo necessitano di controlli periodici. Quali sono i farmaci più utilizzati, ovviamente sempre sotto stretto controllo medico? La levotiroxina (L-T4), da assumere in un’unica somministrazione giornaliera, al mattino a digiuno, rappresenta il trattamento di scelta nei pazienti ipotiroidei. La posologia deve però essere calibrata attentamente per ogni singolo paziente. Purtroppo, in alcuni soggetti, anche dopo ripetute modifiche di dosaggio, non si riescono ad ottenere i livelli di TSH desiderati. Possibili cause sono il ridotto o variabile assorbimento della L-T4 causato da farmaci, alimenti o patologie gastroenteriche. Una possibile soluzione a tutti questi problemi è rappresentata dalla formulazione orale, liquida o soft gel, della levotiroxina. Questa formulazione presenta un miglior assorbimento e consente una netta riduzione dei tempi di attesa tra l’assunzione del farmaco e la prima colazione, elemento essenziale per migliorare l’aderenza del paziente alla terapia.Per quanto concerne l'ipertiroidismo il trattamento è attraverso metimazolo. In caso di risposta insufficiente o inadeguata ci si orienta verso una soluzione chirurgica. Qual è il percorso del paziente? Il cittadino può accedere al servizio di Endocrinologia mediante richiesta di prima visita rilasciata dal Medico Curante, da prenotare mediante CUP. I tempi di attesa sono generalmente brevi e vengono rispettate le tempistiche di attesa per le richieste prioritarie. L’ecografia tiroidea viene effettuata, se clinicamente indicato, contestualmente alla visita negli ambulatori di Fiumara, di Quarto e Largo XII Ottobre. La visita successiva ed eventuali ulteriori accertamenti – come ecografia di controllo, agoaspirato tiroideo- vengono direttamente prenotati dall’Endocrinologo al momento della visita. È inoltre possibile effettuare visite di controllo in telemedicina per i pazienti che presentano difficoltà, oggettive o organizzative, a recarsi fisicamente negli ambulatori. Le pazienti gravide, infine, hanno un accesso prioritario mediante appuntamento fissato direttamente dal Medico Curante o dal Ginecologo con la nostra Struttura. Quali sono le peculiarità a livello di servizi Asl3 in ambito metropolitano? L’ambulatorio endocrinologico della S.S.D. Diabetologia, Endocrinologia e malattie metaboliche Asl3 nelle sedi di Fiumara, Quarto, Largo XII ottobre è dotato di un ecografo che permette, quando clinicamente indicata, l’esecuzione dell’ecografia tiroidea contestuale alla visita. L’associazione di visita ed ecografia tiroidea in un unico momento permette di offrire un servizio completo al paziente, ottimizzare l’offerta e mantenere brevi tempi di attesa. L’aumento dello screening ecografico consente, inoltre, di individuare i pazienti con patologia nodulare tiroidea meritevole di accertamento citologico, che può essere prenotato negli spazi dedicati presso il nostro servizio. L’esecuzione degli agoaspirati tiroidei, nell’ambulatorio dedicato di Fiumara, viene effettuato dall’Endocrinologo in sinergia con l’Anatomo Patologo. Tale collaborazione permette di ridurre il numero di campioni non adeguati/insufficienti e, pertanto, la necessità di ripetizione dell’esame stesso, con conseguente risparmio in termini di spesa sanitaria, tempi di attesa e disagio del paziente. A chi rivolgersi Sedi e contatti S.S.D. Endocrinologia, Diabetologia e Malattie metaboliche
Pubblicato: 06 Luglio 2021