La cervice uterina, detta anche “collo dell'utero“, è la parte più bassa dell'utero che sporge in vagina.
In Italia nel 2020 sono stati stimati circa 2.400 nuovi casi di tumore della cervice uterina, con un tasso di mortalità del 24,4% a 5 anni. Questa neoplasia è più frequente nella fascia giovanile e rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età.
Il tumore della cervice uterina è il primo tumore riconosciuto dall'Organizzazione mondiale della sanità come totalmente riconducibile a un'infezione: l'agente infettante è il papillomavirus umano (Hpv). L'infezione da Hpv è molto frequente, si stima che fino all'80% delle donne sessualmente attive si infetti nel corso della propria vita.
Negli ultimi trent'anni la mortalità per tumore dell'utero (corpo e collo) è diminuita di oltre il 50%, soprattutto per quanto riguarda il tumore della cervice uterina, grazie ai progetti di screening e alle campagne vaccinali.
Lo screening del tumore della cervice uterina mira a individuare, anche in assenza di sintomi, la presenza di Hpv e, quindi, sia i tumori del collo dell'utero sia le lesioni che non sono ancora tumorali ma che lo potrebbero diventare, attraverso un test indolore eseguito.
Per quanto riguarda i vaccini, esiste un vaccino 9-valente (Gardasil 9®) efficace su nove ceppi (6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58 di cui gli ultimi sette oncogeni e responsabili del 90% dei tumori del collo dell'utero).
Il vaccino 9-valente (Gardasil 9®) è offerto da Asl3 in maniera gratuita alle assistite 25enni che non si siano vaccinate in precedenze, alla coorte delle 30enni e alle donne trattate per lesioni precancerose (Cin 2 e Cin 3). Resta comunque possibile l'effettuazione della vaccinazione in regime di co-payment senza limiti d’età per maschi e femmine.
La vaccinazione ha permesso di diminuire considerevolmente l'incidenza del tumore della cervice uterina, soprattutto se effettuata prima dei rapporti sessuali, ciononostante rimane necessario e consigliato effettuare lo screening per Hpv.