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Pubblicato: 04 Agosto 2025

Positivo il primo bilancio del progetto Prisma, attivo nei distretti 8 e 9, che aiuta le persone fragili a prendersi cura di sé

Affrontare i problemi di salute prima che diventino patologici: è questo il principio alla base di Prisma, l’iniziativa promossa da Asl3 e avviata nei distretti 8 e 9, con l’intento di estenderla progressivamente a tutto il territorio. Il progetto si avvale degli Infermieri di Famiglia e Comunità (IFoC), figure sanitarie di riferimento sul territorio, il cui compito è intercettare tempestivamente i bisogni assistenziali delle persone, riconoscere situazioni di fragilità, favorire l’aderenza ai trattamenti e rafforzare i legami tra assistenza sanitaria e sociale. Questo metodo non solo migliora la qualità dell’assistenza, ma contribuisce anche a rendere il sistema sanitario più sostenibile, riducendo il ricorso a cure urgenti e non programmate: Prisma non è dunque solo un progetto sperimentale, ma un modello che punta a trasformare il modo in cui si fa prevenzione e ci si prende cura della salute dei cittadini, partendo dal territorio e dalle persone.

Il punto di partenza è un breve colloquio: un momento di confronto tra l’infermiere e il cittadino, utile per definire insieme piccoli cambiamenti nello stile di vita, come adottare un’alimentazione più sana, smettere di fumare o praticare maggiore attività fisica. Un approccio, centrato sulla relazione e sull’ascolto attivo, che ha lo scopo di stimolare la consapevolezza aiutando in particolare le persone più vulnerabili a compiere scelte più salutari.

Le prime analisi dei dati raccolti mostrano un leggero predominio degli uomini (54%) rispetto alle donne (46%), con un’età media degli assistiti piuttosto anziana, pari a 79 anni. Un terzo vive da solo, il 67% può contare sul supporto di un familiare o di un caregiver. Tutti i pazienti presentano una fragilità fisica, il 37,5% mostra anche componenti di fragilità sociale e cognitiva, dati che sottolineano la necessità di un’assistenza integrata e multidimensionale.
Le patologie croniche più comuni tra i partecipanti sono l’ipertensione (71%), le malattie cardiovascolari (54%), il diabete (33%) e la BPCO, broncopneumopatia cronica ostruttiva (8%). L’indice di massa corporea medio (BMI) si attesta a 25,8 kg/m², suggerendo una diffusa condizione di sovrappeso, fattore che può favorire lo sviluppo di malattie croniche. Inoltre il 21% dei pazienti dichiara di fumare, altro aspetto su cui intervenire.

Grazie all’analisi di questi dati sarà possibile studiare percorsi specifici, come programmi per smettere di fumare, per ridurre il consumo di alcol o per promuovere l’attività fisica con iniziative di gruppo.