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Passi - News

Aggiornamento COVID

A partire da agosto 2020, nelle sorveglianze PASSI (dedicata agli adulti di 18-69 anni) e PASSI d’Argento (dedicata agli ultra 65enni) è stato inserito un  modulo dedicato al COVID-19, che integra la raccolta dati standard per il 2020 e il 2021, permettendo di indagare l’impatto della pandemia e altri aspetti ad essa collegati.

I risultati preliminari su un un campione di 2700 persone intervistate fra agosto e novembre 2020 che include la regione liguria, rivelano dati importanti sull'Impatto della pandemia sulle condizioni economiche e lavorative, sulla percezione del rischio di contagio e di esito della malattia, sulla disponibilità a vaccinarsi contro Sars-CoV-2, sull'uso delle mascherine e sulla fiducia dei cittadini nelle capacità della propria ASL di gestire la pandemia.

Impatto della pandemia sulle condizioni economiche e lavorative

Il 32% degli intervistati, sia chi riporta difficoltà ad arrivare a fine mese (53%) sia chi non riferisce problemi economici (21%), dichiara che le proprie disponibilità economiche sono peggiorate a causa della crisi legata al COVID-19.

La percentuale di chi riporta tale peggioramento economico sale al 36% nella fascia di età fra i 35-49 anni (presumibilmente la fascia di età maggiormente rappresentativa di famiglie con figli piccoli), risulta essere del 28% nella fascia di età fra i 50-69 anni e del 12% tra ultra 65enni.

Il 28% degli occupati riferisce di aver lavorato meno e con una retribuzione più bassa.

il 4% degli occupati ha perso il lavoro.

La percezione del rischio di contagio e di esito della malattia 

Circa il 40% degli intervistati ritiene molto probabile il rischio di contagiarsi nei 3 mesi successivi.

Il 32% pensa di incorrere, in caso di contagio, in conseguenze gravi per la propria salute. Tale percentuale aumenta con l'età, raggiungendo il 74% negli anziani e il 79% negli anziani con patologie croniche.

La disponibilità a vaccinarsi contro Sars-CoV-2 

Il 67% degli intervistati dichiara che sarebbe disposto a vaccinarsi. Tale disponibilità sembra essere maggiore fra i 18-34enni (76%) e fra gli ultra 65enni (84%).

Gli uomini sembrano più disponibili alla vaccinazione rispetto alle donne.

L’uso delle mascherine

La quasi totalità degli intervistati riferisce di aver rispettato l'obbligo di indossare la mascherina sui mezzi di trasporto e nei locali pubblici.

Il 74% degli intervistati tra i 18 e i 69 anni e l'84% degli intervistati ultra 65enni riferiscono di indossare "spesso/sempre" la mascherina all’aperto.

La fiducia dei cittadini nella capacità della propria ASL di gestire l’epidemia

Circa l'80% degli intervistati riferisce di avere fiducia nella capacità della propria ASL di individuare rapidamente e contenere eventuali nuovi focolai.


L’ambiente in cui le persone vivono e lavorano influenza fortemente la capacità di essere fisicamente attivi. Inoltre esistono alcuni fattori psico-sociali che condizionano le decisioni delle persone in merito a scelte e stili di vita volti ad un comportamento salutare o non (WHO Library Cataloguing in Publication Data. Physical activity and health in Europe: evidence for action / edited by Nick Cavill, Sonja Kahlmeier and Francesca Racioppi.)

Microambiente

In alcune realtà urbanizzate la densità dei servizi e la relativa vicinanza tra residenza e posto di lavoro permettono alle persone di utilizzare i mezzi pubblici e di camminare o andare in bicicletta abitualmente. Tuttavia in numerose città europee molte attività di vita, lavoro e svago si stanno decentrando, portando quindi a una maggiore domanda di mobilità motorizzata e a una riduzione delle opportunità di attività nelle vicinanze delle proprie abitazioni

Supporto sociale

Esistono molti determinanti socio-ambientali e culturali che conducono verso comportamenti sedentari: sono diminuiti i lavori manuali, le attività ricreative sedentarie sono aumentate, il supporto della tecnologia ha alleggerito molto i lavori domestici (lavatrice, asciugatrice, lavastoviglie) ed il tempo così recuperato non viene necessariamente speso per praticare attività fisica.

Si assiste anche all’aumento delle attività sedentarie dei bambini, specialmente nel tempo libero dopo scuola: guardare la TV, navigare in Internet e usare videogiochi stanno diventando le attività più comuni. Inoltre i genitori portano i figli in auto per praticare le attività quotidiane, perdendo l’opportunità di fare movimento insieme.

Fattori individuali

Nei programmi di attività fisica e di promozione della salute sono molto importanti il coinvolgimento e l’empowerment del singolo individuo. In questo senso bisogna tenere in considerazione quali sono i fattori positivi e le barriere per l’azione:

Fattori positivi

I fattori personali che sono positivamente associati con l’attività fisica includono:

  1. credere nella propria capacità di essere attivo fisicamente
  2. avere voglia di fare esercizio fisico
  3. divertirsi quando si fa movimento
  4. percezione del proprio livello di salute e di attitudine al movimento
  5. motivazione personale
  6. supporto sociale
  7. pianificare degli obiettivi
  8. percezione dei benefici raggiunti

Barriere

Le persone tendono ad essere meno attive se percepiscono degli ostacoli.

Una revisione ha mostrato che le barriere all’attività fisica possono essere:

  • avere la percezione di perdere tempo
  • impressione di non essere “una persona sportiva” (specialmente per le donne)
  • preoccupazioni riguardo i possibili infortuni
  • sentirsi troppo stanchi o preferire riposare e rilassarsi nel tempo libero
  • percezioni personali scorrette (per esempio, pensare di essere già abbastanza attivi).

I programmi di promozione della salute basati sui principi di coinvolgimento e di empowerment offrono dei benefici reali (da "Salute 2020: Un modello di politica europea a sostegno di un’azione trasversale al governo e alla società a favore della salute e del benessere-© Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute DoRS").In particolare si tratta di: creare migliori condizioni per la salute, aumentare l’health literacy, sostenere una vita autonoma e fare in modo che la scelta più sana sia anche la scelta più facile. Inoltre, si tratta di rendere le gravidanze sicure; di permettere alle persone di iniziare la propria vita in modo salutare; di promuovere la sicurezza e il benessere e di garantire la protezione dell’infanzia e dei giovani; di promuovere luoghi di lavoro favorevoli alla salute e sostenere un invecchiamento in buona salute. Data l’epidemia di obesità che si sta diffondendo in tutta Europa, è prioritario garantire cibi salutari e un’alimentazione equilibrata durante tutto il ciclo di vita.

La mobilità attiva è dunque una scelta mentale individuale fortemente influenzata dall’ambiente che ci circonda: è la decisione di effettuare quotidianamente tragitti abituali a piedi o in bicicletta con un impegno moderato e per un tempo minimo di 10 minuti, eventualmente ripetibili, nell’arco della giornata.

La promozione della mobilità attiva, in alternativa a quella motorizzata, può contribuire ad un guadagno di salute:

  • incrementando il livello di attività fisica della popolazione
  • riducendo l’impatto di inquinanti ambientali prodotti dalla combustione di carburanti e il rischio di incidenti stradali (a patto che vengano implementate contemporaneamente misure di protezione degli utenti “deboli” della strada)
  • producendo un risparmio economico (ridotto consumo di carburanti, risparmio tariffe parcheggi e di spesa sanitaria)

La mobilità attiva in Asl 3 Genovese

Negli anni 2014 e 2015 è stato introdotto in Liguria un modulo opzionale nel Sistema di sorveglianza Passi riguardante la mobilità attiva.

Quante persone utilizzano la bicicletta per andare al lavoro o a scuola o per gli spostamenti abituali?

La viabilità nel territorio di Asl 3 Genovese non consente l’utilizzo in sicurezza della bicicletta; inoltre le costanti pendenze ne restringono ancor di più l’utilizzo. Queste caratteristiche sono proprie dell’intero territorio di Asl 3: dalla Città Metropolitana ai Comuni più decentrati.

E’ solo il 2,6%, pari a circa 13.400 persone, la percentuale di coloro che si muovono per gli spostamenti abituali in bicicletta. In media queste persone lo fanno per 3 giorni alla settimana con un impegno medio giornaliero di 61 minuti.

Quante persone hanno fatto tragitti a piedi per andare al lavoro o a scuola o per gli spostamenti abituali?


La percentuale di persone che fa tragitti abituali a piedi, escludendo l’attività sportiva o ricreativa e per una durata minima di 10 minuti è del 61,8% pari a 316.588 persone.

Tragitti a piedi per andare al lavoro o a scuola o per gli spostamenti abituali (%)
Sistema di sorveglianza PASSI 2014-2015
Asl 3 Genovese (n=660)

 

Persone che camminano per almeno 30 minuti al giorno per 7 giorni alla settimana (%)
Sistema di sorveglianza PASSI 2014-2015
Asl 3 Genovese (n=660)

Per stimare l’impatto su salute e finanze il Regional Office for Europe dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha progettato l’Health Economic Assessment Tool (HEAT) - http://www.heatwalkingcycling.org/

HEAT è uno strumento on-line che permette a decisori e a operatori di calcolare la quota di risparmio economico derivante dalla riduzione del tasso di mortalità dovuta al camminare e all’andare in bicicletta regolarmente. I dati di letteratura riportano, infatti, che l’attività fisica moderata e quotidiana può ridurre il tasso di mortalità totale del 30%.

HEAT si applica alla popolazione generale o a gruppi di popolazione della fascia d’età tra i 20 e i 74 anni che abitualmente si spostano a piedi e/o in bicicletta con un ritmo moderato per percorrere distanze misurabili.

In pratica HEAT risponde a questo quesito: se “x” persone camminano o vanno in bicicletta per un tempo “y” per “n” giorni, quanto vale economicamente la riduzione della mortalità associata a tale pratica di attività fisica?

Nella nostra popolazione:
63.522 persone camminano abitualmente almeno 30 minuti al giorno
raggiungendo una media giornaliera di55 minuti per
7 giorni alla settimana

Questo livello di “mobilità attiva” corrisponde ad una riduzione del rischio di mortalità, all’interno di questa popolazione, del 25%:

 

Frequenza

Stima popolazione

Fanno tragitti a piedi per spostamenti abituali

61,8%

316.588

Mobilità attiva almeno 7 gg a settimana per almeno 30 min al giorno (a piedi)

12,4%

63.522

Media dei minuti di cammino (tra chi si muove a piedi per almeno 7 gg per almeno 30 min)

54,9 minuti

Riduzione del rischio di mortalità in questa popolazione

25%

Per approfondire: Scarica il Rapporto PASSI “Stili di vita”

Ultima modifica giovedì, 14 luglio 2022 12:34