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Giovedì, 16 Maggio 2013 00:00

Alla Doria convegno sulla ludopatia

Genova, 16 maggio 2013

Oggi nelle società il consumo in generale è divenuto parte integrante degli stili di vita che non si caratterizzano solo per l’uso di sostanze psicotrope, legali ed illegali, ma anche per comportamenti compulsivi quali gioco d’azzardo, uso di internet, shopping. In tale contesto il rischio dell’addiction non riguarda solo alcune fasce a rischio ma può potenzialmente coinvolgere ogni individuo o gruppo sociale.

Il Convegno “PICCOLI GIOCATORI CRESCONO”, svoltosi questa mattina presso il Palazzo della Salute di Struppa e organizzato da ASL3 Genovese, tramite il Distretto Socio Sanitario n. 12 e la Struttura Complessa SERT Centro Levante, congiuntamente al Municipio IV Media Val Bisagno, si è posto l’obiettivo di offrire agli addetti ai lavori e alla popolazione un momento di presentazione delle problematiche correlate al gioco d’azzardo unitamente ad una riflessione sull’attività di prevenzione.

La forza di presidiare il problema è proporzionale allo sforzo svolto congiuntamente dalle Istituzioni e dal terzo settore. In Liguria Curia, Regione, Comune di Genova e ASL3 si sono da tempo mobilizzate al fine di attivare meccanismi disincentivanti all’apertura di nuove sale gioco, ognuno per le proprie competenze. In ultimo il Comune di Genova ha approvato un regolamento che limita ulteriormente la facilità di avviamento e frequentazione di detti locali, già oggetto di restrizione da parte della Regione.

I SERT, ai quali il decreto Balduzzi assegna compiti di prevenzione e cura, si stanno interrogando sulle metodologie di intervento al fine di rimodularle e sviluppare interventi anche in rete con altri servizi afferenti al Distretto Socio Sanitario e con le realtà locali istituzionali quali i Municipi del Comune di Genova. Un fattore decisivo, ad avviso degli operatori socio-sanitari, appare quello di progettare interventi di prevenzione rivolti a genitori e adulti di riferimento onde affiancare i giovani nei momenti più peculiari del processo evolutivo. Il Convegno rappresenta l’occasione per confrontarsi anche su queste nuove tecniche di aiuto.

Il Direttore Generale di ASL3 Corrado Bedogni, nel ribadire che “l’azzardo comunque non si può e non si deve intendere come gioco, ma piuttosto come dipendenza e patologia”, sottolinea il fattore “solitudine” che spesso il gioco porta con sé, “ulteriormente aggravato dall’utilizzo ormai molto diffuso degli intrattenimenti on line, estremamente pericolosi perché, nella solitudine della propria casa, il giocatore può non avere freni, disponendo di 24 ore su 24 per poter giocare, trascurando così anche rapporti sociali e familiari”.

Agostino Gianelli, Presidente del Municipio IV Media Val Bisagno, riallacciandosi a quanto sottolineato in precedenza, ribadisce:
“Sono d’accordo! Basta sottovalutare l’azzardo da parte delle Istituzioni!”, e aggiunge: “Tra i vari costi sociali dell’azzardo considero anche quello, non monetizzabile, della quantità di tempo investita giocando, il che sottrae spazio alle famiglie, agli affetti, a stili di vita più appaganti come, a mio parere, l’utile impegno nell’associazionismo e nel volontariato, di cui il nostro Municipio è un ottimo esempio. Il giocatore compulsivo vive nell’isolamento e nel circolo vizioso di dover continuamente tentare la sorte per affrontare le tante problematiche che la sua dipendenza produce, oltre a quelle di tipo finanziario. Ciò che fino a qualche anno fa era fruibile nei Casinò oggi è facilmente accessibile in modalità on line o con applicazioni su smartphones e cellulari, con grave rischio per giovanissimi e adolescenti, il che vanifica i tanti sforzi prodotti per rendere i locali adibiti al gioco d’azzardo vietati ai minorenni. Aggiungo uno spunto personale alle tante riflessioni già evidenziate, vale a dire il pericoloso senso di colpa che coglie il giocatore temporaneamente non collegato on line, nel quale si crea l’ossessiva sensazione di venire a mancare di una vantaggiosa opportunità che è invece a disposizione di chi in quel momento partecipa, secondo lui, in modo attivo.”