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Mercoledì, 08 Settembre 2021 14:06

Pillole di prevenzione - Disturbi alimentari: cosa sono e a quali sintomi prestare attenzione

In questa pagina risponde alle più frequenti domande sui disturbi alimentari la Dott.ssa Barbara Masini, Responsabile S.S.D Disturbi Alimentari

 

Dottoressa Masini quando si parla di disturbi del comportamento alimentare a cosa ci si riferisce?


I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo.

Nello specifico può descriverci brevemente quali sono?

Possono essere di diverso tipo e natura. Vediamo insieme di cosa si tratta. L'Anoressia Nervosa, per esempio, è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da restrizione alimentare, paura di ingrassare e anomalia nel percepire il proprio peso. Mentre la Bulimia Nervosa (letteralmente “fame da bue”) si caratterizza per la presenza di crisi bulimiche o “abbuffate” a cui seguono comportamenti di compensazione finalizzati ad ostacolare l’aumento di peso. C’è inoltre il disturbo da alimentazione incontrollata (BED acronimo di Binge Eating Disorder) che si presenta clinicamente con episodi di abbuffate tipici della bulimia nervosa, senza però mostrare i comportamenti compensatori tipici di quest’ultima, quali vomito, iperattività fisica, abuso di lassativi, diuretici, ecc. Proprio per questo le persone con BED sono generalmente sovrappeso o obese.


Più in generale quali sono i sintomi e quando è necessario rivolgersi allo specialista?

Per la maggior parte delle persone con disturbo dell’alimentazione, la consapevolezza di avere un problema è scarsa, mentre la paura di affrontare un cambiamento risulta fortissima.
La ricerca continua della magrezza, il mangiare senza controllo, le diete estreme, l’uso del vomito o dei lassativi, possono essere visti dalla persona che soffre di disturbi dell’alimentazione non tanto come un disturbo, ma piuttosto come una soluzione ai propri problemi. Il disturbo dell’alimentazione infatti è “pervasivo”, cioè impegna così tanto la mente delle persone che ne soffrono, da portare all’illusione di poter tenere lontani gli altri problemi della vita.  In realtà, invece, molti problemi sono causati proprio dal disturbo alimentare stesso.
Questo è il motivo per cui molte persone affette da disturbi dell’alimentazione, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia, non chiedono aiuto o rifiutano addirittura un approccio terapeutico.

Quali sono i sintomi dell’anoressia?

Le persone che soffrono di anoressia nervosa hanno pensieri e preoccupazioni costantemente rivolti al controllo del cibo e del corpo. Nonostante la magrezza evidente, la persona non ha la percezione della magrezza o comunque ha un’immagine corporea alterata. L’autostima è strettamente legata al peso e alla forma del corpo: la perdita di peso è considerata una conquista ottenuta grazie all’autodisciplina e al rigido controllo. Alcune caratteristiche psicologiche frequentemente descritte nei pazienti con anoressia nervosa sono: depressione, perfezionismo, bassa autostima, difficoltà interpersonali, paura di crescere.

Quali sono i sintomi della bulimia?

Una persona affetta da bulimia nervosa presenta alcuni segnali specifici: abbuffate ricorrenti caratterizzate dal consumo di grandi quantità di cibo e dalla sensazione di perdere il controllo sull’atto di mangiare; comportamenti di compenso come il vomito autoindotto o utilizzo di lassativi e diuretici in maniera impropria, esercizio fisico in modo eccessivo; frequenza delle abbuffate e relative condotte compensatorie almeno 2 volte a settimana per tre mesi; preoccupazione estrema per il peso e le forme corporee. Possiamo dire che la caratteristica principale della bulimia nervosa è un circolo autoperpetuante: preoccupazione per il peso e le forme corporee quindi dieta ferrea quindi abbuffate quindi vomito autoindotto.

Quali sono invece i sintomi del disturbo da alimentazione incontrollata?

Il comportamento caratteristico dei soggetti con BED si distingue per la presenza di episodi ricorrenti di abbuffate. Con questo termine si indica una condizione definita da due precise caratteristiche, entrambe necessarie: mangiare in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore) una quantità di cibo indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo e in circostanze simili; sensazione di perdere il controllo nell’atto di mangiare come, ad esempio, sentire di non potere smettere di mangiare o di non potere controllare cosa o quanto mangiare.

Quali sono i segnali a cui il genitore deve prestare attenzione?

Il genitore dovrebbe preoccuparsi nel caso in cui il proprio figlio o la propria figlia manifesti cambiamenti improvvisi di comportamento: ansia, tendenza all’isolamento, a nascondersi e a nascondere quello che fa, utilizzo frequente del bagno, soprattutto dopo i pasti. Ma anche mangiare in modo diverso rispetto a prima come per esempio con troppa lentezza, sminuzzando eccessivamente il cibo ed escludendo categoricamente alcuni alimenti dalla propria dieta, bere eccessivamente, manifestare una iperattività fisica.
E ancora dimagrire eccessivamente, anche se non è un marcatore clinico imprescindibile, perché anche persone di peso corporeo normale possono essere affette dalla patologia oppure persone che non soffrono di DSA possono manifestare dimagrimento improvviso per altri motivi.

Come prevenire i disturbi del comportamento alimentare?

I numerosi ed approfonditi studi nel campo dei disturbi dell’alimentazione e delle loro possibili cause hanno portato a comprendere che non esiste una singola causa di questi disturbi, ma che molti fattori concorrono a predisporre, precipitare e poi perpetuare il disturbo. Questi fattori sono di vario tipo: fattori genetici, fattori socio-culturali, fattori psicologici, fattori biologici.
Per definizione, la prevenzione primaria è possibile solo quando i fattori eziologici sono noti e, soprattutto, quando questi fattori sono modificabili. Per esempio: si può provare ad intervenire sulle pressioni socioculturali relativi alla magrezza che spingono ai comportamenti di dieta (uno dei più potenti fattori di rischio), ma non è possibile intervenire su fattori genetici, fattori di personalità o familiari. Un altro tipo di prevenzione, detta “secondaria”, cerca di identificare i casi il più presto possibile rispetto alla insorgenza del disturbo, poiché è stato appurato, a livello clinico, che un trattamento intrapreso nelle prime fasi della malattia è più efficace.
Non sempre tuttavia, soprattutto nelle prime fasi di malattia, la persona con un disturbo dell’alimentazione capisce ed ammette di avere bisogno di aiuto. Anche a questo livello è quindi importante una sensibilizzazione dell’ambiente socio-familiare: a partire dai giovani stessi, alle famiglie, agli operatori scolastici e ai medici di medicina generale.

Quali sono le figure professionali messe in campo da Asl3 per la presa in carico della patologia?

Come spiegato in precedenza l’approccio a questo genere di problema è multidisciplinare. Per questo in Asl3 è attiva una equipe specializzata composta da psicologi, medici internisti, psichiatri, nutrizionisti, infermieri e operatori sanitari, tutti con una formazione omogenea, per accogliere le richieste di prime visite per diagnosi e cura del DCA.

A chi rivolgersi

Centro per la prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi del comportamento alimentare Tel. 010 849 6564/6686.
Le sedi dove si svolgono i colloqui e le visite mediche sono:

  • Via G. Maggio Genova Quarto
  • Via Rivoli Carignano
  • Palazzo della Salute Fiumara
  • Palazzo della Salute Martinez Genova Pegli
  • Via Golgi Arenzano

 

Ultima modifica mercoledì, 08 settembre 2021 14:19

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