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Lunedì, 15 Settembre 2014 00:00

Al Micone si utilizza la crioenergia: la tecnologia del freddo per il trattamento della fibrillazione atriale

Genova, 15 settembre 2014

Per il trattamento della fibrillazione atriale – la più comune forma di aritmia cardiaca – è oggi disponibile in ASL3 Genovese la crioenergia: una nuova tecnica che “viene dal freddo” e migliora e perfeziona la tradizionale ablazione transcatetere con radiofrequenza. Il Laboratorio di Elettrofisiologia del reparto di Cardiologia dell’ospedale Padre A. Micone che insieme al reparto di Cardiologia dell’Ospedale Villa Scassi fa parte del Dipartimento di Cardiologia diretto dal Dott. Stefano Domenicucci è il primo in Liguria ad avvalersi di questa tecnologia.

Questa tecnica ablativa che utilizza il freddo è rivoluzionaria, efficace e sicura. L’intervento consiste nell’introdurre per via venosa un palloncino all’interno delle vene polmonari. Questo palloncino viene poi gonfiato dentro ogni vena polmonare e raffreddato a circa -40° per 3 minuti. Si produce così una sorta di ibernazione dell’area malata che viene isolata dal resto del cuore. I vantaggi di questa tecnica rispetto a quella classica con radiofrequenza sono una maggiore rapidità della procedura e un più alto profilo di sicurezza.” Dichiarano il Dott. Massimo Zoni Berisso e il Dott. Sergio Setti che hanno svolto con successo le prime procedure presso il laboratorio dell’Ospedale Padre Antero Micone di Sestri Ponente.

L’ablazione della fibrillazione atriale è indicata per i pazienti giovani, per quelli sintomatici e che non rispondono alla terapia farmacologica. Si tratta del 30% di una popolazione che in Italia conta circa 1 milione di pazienti e 30.000-40.000 mila nuovi casi ogni anno. Durante la fibrillazione atriale gli atri si contraggono rapidamente e caoticamente ed i ventricoli si riempiono meno efficacemente; ciò causa una perdita di funzionalità cardiaca pari al 30% circa e un aumento del rischio di eventi tromboembolicitici. L’ictus e lo scompenso cardiaco sono le patologie che più frequentemente si associano alla fibrillazione atriale.

La tradizionale ablazione transcatetere con radiofrequenza - oggi praticata in Italia in circa 5000 pazienti l’anno – è un intervento di lunga durata e piuttosto complesso perché richiede l’uso di sistemi elettronici di ricostruzione virtuale delle camere cardiache e l’applicazione di una serie numerosa di lesioni puntiformi (“bruciature“). La nuova metodica che utilizza la crioenergia è già stata impiegata nel mondo in oltre 100.000 pazienti.

Ultima modifica mercoledì, 17 settembre 2014 12:44